O Auguste Donne, o dell'antico e chiaro

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Giovan Pietro Zanotti

Indice:Zappi, Maratti - Rime I.pdf Sonetti Letteratura O Auguste Donne, o dell’antico e chiaro Intestazione 27 febbraio 2022 100% Da definire


Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gio. Pietro Zanotti


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III1


O Auguste Donne, o dell’antico e chiaro
     Tronco Estense bei germi, a Voi si debbe
     Che il miserando, e crudel fin non ebbe
     Questo lavoro sovr’umano, e raro;
5Lavor di lui, che in riva al bel Panaro
     Nacque, e pingendo a tant’onor quì crebbe,
     Che invidia il Tebro all’Arno esser potrebbe,
     Nè forse ha Grecia chi por seco al paro.
Sì, senza Voi l’opre, chè intatte or vede
     10Bologna ancor, sarìan polve; e ruine,
     E a’ Saggi di dolor vivo argomento.
Ah perch’egli non torna! Egli in mercede
     Vostre leggiadre forme alme e divine
     Farebbe oggetto a cento lustri, e cento.


Note

  1. Alle Principesse d’Este, che salvarono in Bologna le pitture inestimabili di Nicolò dell’Abate.