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Odi (Anacreonte)/Ode XXII

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Ode XXII

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Anacreonte - Odi (Antichità)
Traduzione dal greco di Francesco Saverio de' Rogati (1824)
Ode XXII
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A BATILLO.


ODE XXII.


Di quest’albero, che ingombra
     Tanto Ciel co’ rami suoi,
     Qui Batillo assiso all’ombra
     4Vieni meco a riposar.
Meco vieni, e ascolta il grato
     Susurrar del venticello,
     Or che vien col dolce fiato
     8Queste frondi ad agitar.

Mormorar fra sponda e sponda
     Odi il garrulo ruscello,
     Ve’ la fresca e limpid’onda,
     12Che il tuo labbro invita a ber.
Come stanco dal viaggio,
     Come giunto in sì bel loco,
     Questa fonte e questo faggio
     16Può lasciare il passeggier?