Odi (Anacreonte)/Ode XXXII

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Ode XXXII

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Anacreonte - Odi (Antichità)
Traduzione dal greco di Francesco Saverio de' Rogati (1824)
Ode XXXII
Ode XXXI Ode XXXIII

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SOPRA I SUOI AMORI.


ODE XXXII.


Se numerar degli alberi
     Sapesti mai le fronde,
     E dell’immenso Oceano
     Tutte le arene e l’onde,
     5Tu solo ascolta, e numera
     Gli amor ch’io nudro in sen.
Nella Città di Pallade
     Ho venti amori teneri;
     A questi ancora aggiungere
     10Puoi quindici altri almen.

Chi ridir può per ordine
     Gli amori di Corinto?
     Son tanti, che puoi mettere
     Un numero indistinto.
     15D’Acaja hanno le femmine
     Il vanto di beltà.
Tra quelli dell’Ionia,
     Di Lesbo, Rodi, e Caria,
     D’amor la giusta serie
     20Duemila e più sarà.

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Che, ti spaventa il numero?
     Di Siria, di Canopo,
     Indi di Creta fertile
     Gli amor ridir fa d’uopo,
     25Creta, ove sempre esercita
     Il suo potere Amor.
E pur non basta: annovera
     Quei d’oltre Calpe ed Abila,
     Quelli di Battro e d’India,
     30Che vivon nel mio cor.