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Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/223

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Color fuggendo e costoro incalciando,
durò la caccia piú di dieci miglia.
E lo re poi, a Parigi tornando,
menò molti pregion con suo famiglia:
e la reina ch’aspettava, quando
rivide il Capitan, per mano il piglia.
E’, vedendosi far tante carezze,
subito inamorò di sue bellezze.
9
Cavalcando con lei a coscia a coscia,
non si iscopria né in fatto né in detto.
Giunti in Parigi, la reina poscia
il convitava co’ molto diletto,
ed e’ sentiva l’amorosa angoscia;
e, trovandosi un di con lei soletto,
richiesela d’amore: a tal cagione
il fe’ pigliare e mettere in prigione.
10
E po’ col re tutto il fatto ragiona,
laonde il re ne fue molto dolente;
ma, guardando l’onor della corona,
co’savi suoi si consigliò al presente.
Ciascun dice di perder la persona:
rispuose il re: — Non ne farò niente;
ma io condanno quel vembro in due once,
che le parole disse tanto isconce.
11
Po’ fece il Capitano a sé venire,
ed e’ si venne tutto isbigottito.
11 re gli disse: — Come avesti ardire
di farmi oltraggio, avendomi servito?
Ma tu se’ degno in tutto di morire,
bench’io non aggi’tuo fallo seguito;
a ciò che la tua vita non s’istingua,
sieti tagliato due once di lingua. —