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22 i - il bel gherardino

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Ed ella, raguardandol nel visaggio,
sí ’l domandò: — Sapresti tu servire? —
et e’ rispuose: — Molto di vantaggio,
di coppa e di coltel me’ ch’altro sire. —
Ed ella, lo veggendo tanto saggio,
sí ’l dimandòe, se vuole ubbidire.
Ed e’ rispuose: — Molto volontiere
farò, madonna, ciò che v’è in piacere. —
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Cosí fu Gherardin suo servidore,
che di tale arte era molto sottile:
e quel signor gli puose molto amore,
che quasi tutti gli altri tenne a vile.
E la reina ne ’nfiammò nel core,
perché ella il vedea tanto gentile.
Ella li disse: — Il tuo amor mi bisogna! —
Egli rispuose con molta vergogna:
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— Io v’addomando e cheggio perdonanza,
ch’i’ non farei tal fallo al signor mio. —
Ed ella il prese con molta baldanza,
dicendo: — Se non fai quel ch’io disio,
io griderò, che non è mia usanza,
e farotti morire, in fé di Dio. —
E in quel punto gli gittò il braccio in collo;
e cosí il prese per forza e baciollo.
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Ed e’, veggendo che non può stornare
che egli non faccia il suo comandamento,
fra suo cuor disse: — E’ mi convien pur fare,
ed io ne vo’ fornire il suo talento. —
E sí la prese sanza piú indugiare;
del gran disio, ch’è pieno d’alimento,
al suo voler di quelle rose colse,
e poscia per piú volte se ne tolse.