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a monsignor reverendissimo Cicala, come quello, che, essendo
uno delli assistenti nella causa de’ Carafi, potrá essere buono
istrumento per liberar l’arcivescovo almeno dalla passione
d’avere a venire per tal conto a Roma, se non dalla pensione
delli 200 ducati; ché questa invero è opera di Morone pitiche
da lui o da alcun altro, benché né anche a Morone spero che
debba essere facile impresa l’ottenere l’una e l’altra dimanda a
un tratto. Mi piace sommamente che quel buon prelato disegni
di retirarsi alla sua chiesa, si perché mostra di aver quel spirito
ed esser di quella bontá e santitá che Vostra Signoria predica,
come perché, disegnando io di venire a far la mia vita in quelle
parti, posso sperare d’avere talvolta a godermi l’amenitá di quel
paese e la dolcezza della conversazione sua insieme. Sopra che
fo tanto maggior fondamento, quanto che mi vien manco quello
che avevo giá fatto sopra monsignor Seripanto per la causa
altre volte scritta a Vostra Signoria; benché non sia cosí propinqua, come si pensava questi di passati, essendosi Sua Santitá
risoluto a non passare per ora il numero di due, de’ quali sará
don Francesco, l’altro il fratello del conte Annibaie, riserbando
il resto ad un’altra occasione, che Dio sa quando sará.
Il Gerio mi disse aver parlato al Cardinal delli scritti d’Inghilterra, e che aveva avuta gratissima l’oblazione fatta da Seripanto, promettendo che tal provincia non si dará ad altri che a
lui, e che li sará data con li debiti mezzi e con autoritá assoluta,
e senz’obbligo d’avere a comunicare con altri li scritti. Per quanto
ritrassi dal medesimo Gerio, non sono in mano di Sua Signoria illustrissima, ma delli eredi del Priuli, e si averanno ora
all’andata sua in Lombardia, ed avuti si manderanno subito a
Seripanto; si che Vostra Signoria potrá dire a lui ed a donna
Giulia che sará tosto exaudito il pio e sancto desiderio di ambedue loro in questa parte. Il papa, se non fusse stato impedito
dalla gotta, aveva disegnato di far signatura questa mattina e
sostituire il cardinale esecutore del testamento d’Inghilterra, il
quale atto vuol fare Sua Santitá per signatura pubblica, potendo
farlo privatamente in camera, perché venga ad essere tanto piú
autentica la comprobazione di tale testamento, e per conseguente