Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/202

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Se fusseno sempre elevati alla piú alta contemplazione, che non fu mai (Paulo), talché il lavorare gli distraesse e ritirasse da Dio, o vero fusseno occupati in altri esercizi di caritá, i quali non si compatisseno col lavorare, e fusseno piú in gloria di Dio, io l’escusarei; ma è tutto il contrario, ché gittano il tempo, imo lo spendono quasi sempre in disonore di Dio, E sai? Se un giovane sano andasse a loro monasterio a domandare del pane, con aspre parole lo cacciarebbeno via, dicendo: — Furfante! gaglioffo! non ti vergogni ad andare mendicando, essendo così giovane, sano e gagliardo? Va’, lavora, poltrone ! — E non s’accorgono che simile reprensione conviene a essi. Si che puoi vedere che zelo estremo è quello che hanno della povertá, dapoiché si stanno in ozio, potendo onestamente guadagnarsi il pane, essendo il vivere delle sue fatiche essenzialissimo alla povertá di quelli che possono. I ricchi del mondo sono quelli che vivono d’entrate, e i furfanti, di mendicare, quando che possino lavorare e stieno in ozio. Qual sia anche la loro frugilitá, parcitá e povertá, si vede ne’ monasteri, che sono piú belli che i palazzi de’ signori del mondo, nel vestire, mangiare e nell’altre cose. E pure che fusseno utili al prossimo! ma sono membri d’Antecristo e le colonne della chiesa sua. Sono anche in modo ingrati, che non solo il bene, che hanno, non lo riconoscono da Dio per grazia, imo gli pare meritare molto. Come anco il superfluo lo dispensino a’ poveri, s’è visto particolarmente nel tempo delle carestie, che, morendosi di fame per le strade e alle porte de’ loro monasteri i poveri, imo Cristo in essi, e loro, trionfando e abbondando, non pure avevano tanta naturale pietá, che gli desseno un poco di pane: dove, se avesseno avuto scintilla di caritá, avrebbeno venduto, si come erano tenuti, e i calici e i paramenti e i monasteri e loro medesimi per provvedergli; e nientedimeno, con tutto questo, essendo manifesti ladri, sacrilegi e omicidiali, credevano d’essere santi, per cantare in coro e per l’abito che portavano. È manifesto adunque come hanno lassato la vera, essenziale, umile, sollicita, grata, santa, pia, perfetta e divina povertá, per