Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/209

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che Dio ci inspira. Dio in questo vuole che siamo liberi, e tu vuoi legarti con voto a una parte, e in modo tale che, se bene in quello stato tu facessi innumerabili peccati e Dio ti chiamasse all’altro, tu non lo vuoi lassare! Ma odi quello che Paulo scrisse: «Se non hanno il dono della castitá verginale, quanto al corpo e quanto alla mente, piglino donna». Ecco il remedio. Se adunque non hai il dono, devi raccomandarti a Dio, e domandarlo, se non tei dá. Giá sei da Dio chiamato al matrimonio, e devi averlo per rifugio tuo, e, quando tu non lo facci, pecchi, si come l’infermo che ha bisogno della medicina e non la vuole. Disse Paulo: «È meglio contrarre il matrimonio, che patire incendimenti di carne». È impio anche il voto della castitá, in quanto che pensano per quella e non per Cristo avere la remissione de’ peccati, giustificarsi, meritare ed essere perfettissimi. 11 che è cadere dalla grazia e apostatare dalla fede. Siamo per Cristo liberati dalla Legge di Dio, e non saremo liberati dalli voti, che sono lacci del demonio? Sono invalidi i voti, che non nascono dal vivo fonte della fede, ma da superstizione. Paulo dá il consiglio della verginitá, perché la vita celibe è piú espedita e atta alli studi, all’orazione e ad insegnare e predicare ad altri, e non perché in sé sia culto di Dio; ed essi si fermano li, come se fusseno giunti alla cima della perfezione. E cosí Isaia consola l’eunuchi evangelici, acciò non credino essere maledetti, se bene sono sterili, e non perché la perfezione stia nella verginitá. Sono adunque invalidi i voti della castitá, imperocché quelli, che fanno simili voti, sono ingannati, non sanno che per legge divina e naturale sono senz’altro voto obbligati alla castitá cristiana, cioè ad avere col corpo e colla mente la verginale o la coniugale. Non sanno anche che l’una e l’altra è dono di Dio, e che non sono in nostra potestá, e ch’el nostro celeste Padre vuole che i suoi figli sieno liberi, e non si leghino né a questa né a quell’altra, vivino nel modo che Lui gl’inspirará. Sono ingannati: però Dio non approva loro voti, i quali, benché sieno impii e non in nostra potestá l’osservarli, nientedimeno