Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/218

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Ma io voglio anco dire che è maggiore difficultá a preservarsi in quelli monasteri, avendo a praticare con tanti vari, fantastici, eterocliti, e qualche volta contrari cervelli, che se tu stessi nel mondo con la tua famiglia. A chi non ha spirito la clausura è mondo e inferno; vi sono li dentro le loro dignitá, ambizioni, affezioni, passioni e cupiditá, e tanto maggiori, quanto che piu serrate. V’entrano puri, e, nel starvi, diventano ogni di peggiori; sono li incarcerati con il corpo, ma col cervello camminano piú di mille miglia per ora. Sai quale è il vero modo da preservarsi? Sentire il gran benefizio di Cristo, e a tempo ritrarsi, quando è espediente. Ma legarsi con voto, repugnante alla caritá, a stare sempre con simili farisei, che non hanno scintilla di vero lume dell’evangelica veritá, per dire: — Mi preservarci; — è come se ti tagliassi un dito, per preservarlo, e lo serrassi in un bossolino. Disse ben Cristo a questo proposito: «Colui, che vuol salvare l’anima sua, la perdará». Interviene a questi tali come a quelli re, de’ quali si legge in Giosuè, che, per essere securi, s’ascosero in una spelonca, e li fúrno presi a man salva. Si vogliono preservare, e peccano in fare simili voti. Si privano d’udire la parola di Dio, non sanno che cosa sia Cristo, né è chi gliene sappi parlare, posti in tutto in ceremonie. E sai che forse non gli pare avere, con Maria, eletta l’ottima parte, e hanno eletto la peggiore. Maria elesse l’ottima parte: e questo, in eleggere d’udire da Cristo la parola di Dio, della quale essi sono privi, solo per serrarsi in clausura. Però non fanno né Marta, né Maria, e nientedimeno pensano per quella loro clausura giustificarsi, meritare el paradiso ed essere sopra tutti gli altri perfetti, essendo impiissimi. Talché sarebbe molto meglio per essi stare fuora del tempio con l’umile pubblicano, che nel tempio col superbo fariseo. Lasso stare che molti si marciscono li dentro, e tutti non sono atti alla contemplazione. Dirai: — Sono cosí chiamati e inspirati da Dio: però fanno bene. — Respondo che non è dubbio che, se Dio li chiamasse a quella vita e a fare tali voti, ch’el sarebbe necessario di dire che