Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/268

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veritá uniti a Dio. Fanno a loro fantasia ogni di sacrifizi nelle messe, e non sentono il vero sacrifizio di quello divino immaculato agnello Cristo Giesú, il quale, una volta sola offerendosi in croce al Padre per li peccati del mondo, per sempre ha purgati gli eletti suoi. Dove anco quelli che sono nel regno di Dio rare volte scomunicano, servando l’ordine che insegnò Cristo, e per cose d’importanzia; essi, per ingrandirsi e mostrarsi non solo simili agli apostoli, ma piú zelanti di Cristo, scomunicano ogni di per frasche, e contra l’ordine di Dio e della caritá. E che bisogna piú dire? In miU’altri modi, sotto pretesto, spezie e immagine di pietá, santitá, dell’Evangelio, della Chiesa, di Cristo, di religione, di zelo e di bene, mostrandosi in apparenzia simili ai santi, imo d’essi piú perfetti, crocifiggono impiamente ogni di Cristo, talché non è maraviglia se li carnali, i quali solamente riguardano all’estrinseco splendore della loro ipocrisia, mascarata d’una apparente santitá, restano presi dalle loro reti. Non fu mai, né anco sará regno a quello di Cristo piú contrario del loro. Vero è che, si come gli è stato ed è sommamente inimico, cosí sará da Cristo destrutto, si come giá ha dato principio, con maggior trionfo suo e gloria del Padre. Al quale sia sempre ogni onore e laude per Giesú Cristo Signor nostro. Amen.