Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/277

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inimici. Ma non vedi che, se cosí fusse, el peccato arebbe superato la bontá di Dio? Tu vuoi misurare Dio con la misura di te, che fai bene agli amici, e quanto ti sono piú intimi, piú gli ami e accarezzi; ma, se ti diventano inimici, la tua bontá, vinta dalla lor malizia, si ritira, ristrigne e s’asconde, e molte volte si spegne in tutto la tua caritá, e la malizia tua, prevalendo, si scuopre a far vendetta. Ma, se la tua bontá fusse maggiore della malizia, quando fusse con ingiurie da essa assaltata, allora sarebbe ch’ella pigliarebbe forze, e con impeto grande se gli scoprirebbe a fargli benefizi per superarla, si come esortava Paulo i romani. Un fuoco piccolo da un potente vento si spegne, ma un gran fuoco, che ha nutrimento, quanto piú è combattuto da validi venti, tanto piú s’accende e scuopre valoroso. Cosí la caritá di Dio onnipotente, assaltata dalla malizia del mondo, non s’estinse, imo si scoperse piú potentemente. L’acque molte non poterno estinguere la caritá, si come è scritto; tutte le nostre ingiurie, tutti i peccati, tutta la nostra infidelitá, ingratitudine, e quanto Cristo pati non potè estinguere el suo grande amore, imo, si come sopremamente fu impugnato, cosi sommamente si scoperse potente, talché l’esercito delle divine perfezioni, assaltato dall’esercito de’ nostri peccati, non si ritrasse, non si ristrinse, non s’ascose, come piú debile; imo, come piú potente, si demostrò con sommo vigore e s’allargò con supreme grazie. Si legge che Adamo, dipoi che ebbe peccato, udi la voce di Dio che andava. Il peccato lo fece muovere a volerci mostrare amore maggiore. Onde Cristo: «Nissuno ha maggior dilezione che chi mette l’anima sua per i suoi amici». E Paulo: «In questo Cristo rende conmendabile la sua caritá, che, nel tempo che eravamo peccatori e suoi inimici, vólse per noi morire». Non poteva al mondo mostrare somma caritá, se noi non gli fussemo stati inimici. Il suo fu un eccesso d’amore, del quale giá nel monte Tabor parlavano insieme Elia e Moisé. All’eccesso del peccato bisognava eccesso d’amore. Paulo la chiama una molta e gran caritá. Dove adunque abbondò il delitto, soprabbondò la grazia. Però disse san Giovanni: «In questo apparve la caritá di Dio in noi, in mandare al mondo l’unigenito