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Capitolo V

Come il cristiano si veste di Cristo. E, benché, per le cose dette di sopra, si possa assai chiaramente intendere come il cristiano si veste di Cristo, nondimeno ne vogliamo parlare alquanto, sapendo che ’l ragionar di Cristo e delli doni suoi al pio cristiano non può mai parer né lungo né molesto, quantunque fosse replicato mille volte. Dico che ’l cristiano conosce Cristo essere suo per fede con tutta la sua giustizia, santitá e innocenzia; e, si come alcuno si veste di una bellissima e preziosa veste, quando vuole appresentarsi al conspetto di un signore, cosí il cristiano, ornato e coperto della innocenzia di Cristo e di tutte le sue perfezioni, si appresenta innanzi a Dio, signor dell’universo, confidandosi nei meriti di Cristo non altramente che se esso avesse meritato e conseguito tutto quello che Cristo ha conseguito e meritato. La fede certamente fa che noi possediamo Cristo e tutto quello che è di lui, come ciascun di noi possedè la sua propria veste; e perciò il vestirsi di Cristo altro non è che tenere per fermo che Cristo sia nostro (come nel vero è, se noi il crediamo), e creder che per questa celeste veste noi siamo grati e accetti nel conspetto di Dio. Perciocché è certissimo che egli, come ottimo Padre, ci ha donato il suo Figliuolo, e vuole che ogni giustizia sua e tutto quello ch’egli è e può e ha operato sia di nostra giurisdizione: di modo che ci sia lecito di gloriarci, come se noi con le proprie forze l’avessimo acquistato e operato. Chiunque ciò crede troverá senza fallo verissimo quello che crede, come di sopra abbiamo dimostrato. Adunque il cristiano deve avere una ferma fede e persuasione che tutti i beni, tutte le grazie e le ricchezze di Cristo sono sue, perciocché, avendoci Dio donato^ Cristo, come può essere che non ci doni ogni cosa con lui? Se questo è vero, come è vero, il cristiano può dire con veritá: — Io sono figliuolo di Dio, Cristo è mio fratello, io son signore del cielo e della terra e dell’in-