Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/48

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santissimo sacramento. Adunque, quando il cristiano sente che li suoi nemici il vogliono soverchiare, cioè quando dubita di non avere conseguito la remissione delli suoi peccati per Cristo, e di non poter sopportar il diavolo con le sue tentazioni, e che l’accusazione della conscienzia dubbia prevale contra di lui, di maniera che comincia a dubitare che l’inferno noi debbia inghiottire e che la morte, per l’ira di Dio, eternalmente non l’abbia da vincere e uccidere; quando, dico, sente questi affanni, vada con buon animo e con fiducia a questo santissimo sacramento, e ricevalo divotamente, dicendo nel suo cuore e rispondendo alli nemici suoi : «Io confesso che io merito mille inferni e la morte eterna per li peccati miei, ma questo divinissimo sacramento, il quale ora ricevo, mi fa sicuro e certo della remissione di tutte le mie iniquitá e della riconciliazione con Dio. Se io risguardo alle mie operazioni, non è dubbio che io non mi conosca peccatore e condennato, né mai la mia conscienzia sará quieta, credendo che per le opere, che io fo, gli miei peccati mi siano perdonati. Ma, se io risguardo nelle promesse e nel patto di Dio, il qual mi promette per il sangue di Cristo la remissione de’ peccati, tanto sono certissimo di averla impetrata e di avere la grazia sua, quanto son sicurissimo e certo che Colui, che ha promesso e fatto il patto, non può mentire né ingannare. E per questa constante fede io divento giusto, e questa è la giustizia di Cristo, per la quale io son salvo e la mia conscienzia si tranquilla. Non ha Egli dato l’innocentissimo suo corpo nelle mani de’ peccatori per li peccati nostri? Non ha egli sparso il suo sangue per mondare tutte le mie iniquitá? Adunque, o anima mia, perché ti contristi? Confidati nel Signore, il qual ti porta tanto amore, che, per liberarti dalla morte eterna, ha voluto che mora il suo unigenito Figliuolo, il quale ha pigliato in se stesso la nostra povertá per donarci le sue ricchezze, ha tolto sopra di sé la nostra infirmitá per confirmarci con la sua fortezza, è divenuto mortale per far noi immortali, è disceso in terra perché noi ascendiamo in cielo, è divenuto figliuolo dell’uomo insieme con noi per farci seco figliuoli di Dio. Adunque chi sará colui