Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/53

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altro che amore e caritá paterna verso di loro. E, se hanno delle tribulazioni, le accettano come favori del loro Dio, e gridano con san Paulo: «Chi ci separerá da la caritá di Dio? Le tribulazioni, o l’angustia, o la persecuzione, o la fame, o la nuditá, o il pericolo, o il coltello, come è scritto? Per te siamo morti tutto il giorno, siamo tenuti come pecore di macello; ma in tutte queste cose superiamo per Colui che ci amò». Adunque non senza cagione dice san Giovanni che gli veri cristiani sanno di dovere essere salvi e gloriosi, e che per questa fiducia si santificano come Cristo è santo. E san Paulo, quando esorta i suoi discepoli alla vita pia e santa, costuma di commemorare loro la loro elezione e predestinazione, come cosa efficacissima ad eccitare l’amor di Dio e lo studio delle buone opere negli animi veramente cristiani. P2 Cristo benedetto per la medesima cagione parlava in pubblico di questa santa predestinazione, sapendo quanto importa la cognizione di essa alla edificazione degli eletti. Ma forse tu mi dirai: — Io conosco che quelli, i cui nomi sono scritti in cielo, hanno cagione di vivere in perpetua allegrezza e di glorificar Dio con le parole e opere. Ma io non so s’io mi sia in questo numero: perciò vivo in perpetuo timore, massimamente conoscendomi molto debole e frale al peccare, dalla cui violenza non mi posso tanto difendere, che ogni giorno non rimanga vinto. E a questo si aggionge che, vedendomi spesso affililo e vessato da diverse tribulazioni, veggo quasi con gli occhi l’ira di Dio, che mi flagella». A questi tuoi dubbi rispondendo, dico, fratello carissimo, che tu tenga per fermo che queste sono tentazioni del diavolo, il qual per ogni via cerca di spogliarci della fede e della fiducia, che nasce dalla fede e che ci fa sicuri della benevolenzia di Dio. Di questa preziosa veste s’ingegna di spogliare il diavolo l’anima del cristiano, perciocché sa che niuno è veramente fidele se non crede alle parole di Dio, il quale promette la remissione di tutti i peccati e la pace sua a chiunque accettò la grazia dello Evangelio. Dico che chiunque, per queste promesse di Dio, non si persuade certamente che Dio gli sia propizio e indulgente padre, e da lui con ferma fiducia non aspetta la ereditá del regno