Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/70

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quasi di ogni cosa, talmente che hanno renduta tutta dubbiosa la dottrina del F’igliuol di Dio e delli apostoli suoi e la infallibile e certissima speranza della eterna vita. Ma questo, che dirò ora, non è meno importante delli altri inconvenienti: che con suoi amplissimi e quasi infiniti volumi hanno ritirati gli uomini e alienati dallo studio delle scritture veramente sante e dalla contemplazione della semplice veritá, ed hannogli fatti, de discepoli di Cristo, discepoli degli uomini; atalché siamo venuti a tanto, che piú e maggior fede si dá a quei che si chiamano «dottori» (come se Cristo e gli apostoli suoi non siano i veri ed eterni dottori e maestri della Chiesa), che alla sem plice dottrina di Cristo. Questa è la utilitá, questa è la edificazione, la quale da quelli immensi volumi nella Chiesa di Dio è ridondata. La qual cosa vedendo il nostro signor Giesú Cristo, a cui la salute della sua Chiesa piú cara che la propria vita è stata, ha escitato e risvegliato alcuni, ed aperto loro gli occhi, i quali pian piano riducessero le pecorelle sue a’ verdeggianti e salubri pascoli delle Scritture sante ed a’ puri, chiari e suavi fonti della parola di Dio. Qui ognuno secondo il talento, cioè il dono ricevuto, si è affaticato. Ma a me pare, e spero che cosí parrá a tutti quei che della dottrina di Cristo hanno vero gusto, che questo nostro, in queste sue divine Considerazioni ed alcuni altri suoi scritti, ha cosí ben considerate e date a considerar a noi tutti gli uffici dell’uomo cristiano, che ben pochi pochi vi possano mettere avanti il piede. Egli non ha giá scritti cotanto grandi volumi e scartafacci, ma piccioli, ma pochi, ma puri, ma chiari, ma veramente divini. Hanno scritto molti delle virtú e costumi e offici di uno uomo savio e da bene, come Aristotele, Panezio e Cicerone, e, fra’ cristiani, Ambrosio e, in questa etá, Tomaso Venatorio; ma niun di costoro ne ha trattato si altamente, ne ha dimostrato si efficacemente, ne ha ragionato si dolcemente, né con tanta maestá, né con tanta autoritá, né con tanta grazia, come il Valdesso nostro. Questo, questo è veramente degno di esser chiamato il libro degli offici cristiani, il libro delle cristiane demonstrazioni e delle veramente divine speculazioni. Egli di ogni movimento, di ogni azione.