Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/174

Da Wikisource.
168 xvi - folgore di san giminiano

XXII

Domenica.

A la domane, a l’apparér del giorno
vcnente, che domenica si chiama,
qual piú li piace, damigella o dama,
4abbiane molte, che li sien da torno;
in un palazzo dipinto ed adorno
ragionare con quella, che piú ama;
qualunche cosa, che desia e brama,
8vegna in presente senza far distorno.
Danzar donzelli, armeggiar cavalieri,
cercar Firenze per ogni contrada,
11per piazze, per giardin e per verzieri;
e gente molta per ciascuna strada,
e tutti quanti il veggian volontieri:
14ed ogni di di ben in meglio vada.

XXIII

Incominciano i sonetti delle virtú, che ornano il vero cavaliere.

Ora si fa un donzello cavalieri,
e vuoisi far novellamente degno;
e’ pon sue terre e sue castell’a pegno,
4per ben fornirsi di ciò, ch’è mistieri;
annona, pane e vin dá a’ forestieri,
manze, pernici e cappon per ingegno;
donzelli e servidori a dritto segno,
8camere elette, cerotti e doppieri.
E pens’a’ molti affienati cavagli,
armeggiatori e bella compagnia,
11aste e bandiere, coverte e sonagli
ed istormenti con gran baronia:
e’ giucolar per la terra guidagli;
14donne e donzelle per ciascuna via!