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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/50

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44 iv - tenzoni politiche fiorentine

11Se re di Spagna ’n la corona intende,
la qual cosa so ben ch’è certo fatto,
ciascun faragli onor come maggiore.
14E so ben ca re Carlo non attende,
che si credesse aver con lui baratto:
ma ’n Puglia crede star come minore.

3 — MONTE

Ma Carlo, col favor della Chiesa, è piú potente d’ogni competitore.

De la romana Chiesa il suo pastore,
con tutto il suo consiglio, consentio,
de lo re Carlo, esser difenditore
4di loro e chi loro dá censo e fio,
e de lo ’niperiato guardatore,
per che fue ed è spegnitoi’ d’ogne rio;
giá mai non ne pot’esser pinto fòre,
8s’a l’apostolico non piace o a Dio.
I’ ’l tegno ben si nobile segnore,
di farli incontro ognun ne sia ristio.
11Ché non si cela a chi li tien damaggio,
ma di presente lo ne fa pentére,
però che sovr’ogni segnore è maggio.
14Ma io non blasmo chi ha alto volere;
foll’è chi ’ntende in tale segnoraggio,
che ne perda lo suo propio podere.

IV

TENZONE TRA SER CIONE BAGLIONI
E MONTE ANDREA


I — SER CIONE

Spunta all’orizzonte un temibile rivale per Carlo.

Venut’è boce di lontan paese
di endo che segnore è tal chiamato,