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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/57

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iv - tenzoni politiche fiorentine 51


10 — MESSER LAMBERTUCCIO
Vincerá invece il principe, che vieu di Germania.

Con vana erranza fate voi riparo,
infra gli erranti marinari a paro,
dicendo Carlo sia del mondo paro,
4e tramontana senza alcun riparo.
Di tramontana vien segnor, che paro
fará, di Carlo e chi ’l siegue, disparo;
ed è piú certo, che d’Aléna Paro,
8che ha neiente contro a chi fa paro.
E quegli è vera tramontana cónta,
luce verace a chi a lui s’acconta;
11però del ver vostro detto si sconta.
Ch’ogni profeta saggio ne racconta
ch’è de la Magna chi valore cònt’ha,
14con sua trinciante spada snella e cónta.

11 — MONTE
Venga pure questo principe: avrá il fatto suo.

La cui sentenza da rasgion si scosta,
intra li saggi punto non s’accosta;
per ch’io approvo ben per ogni costa
4ciò, che m’è pòrto, in tale loco sta.
E son certo che tal vi dice co’ sta,
ell’a la celata mi fere per costa;
ma chi vuol dica, ché chi piú di costa
8gente n’alletta, final morte costa.
Ché giá non varrá lor ripa né costa,
ché de lo scampol non rimarrá costa.
11E vegna pur chi ha la spada larga,
che ’l pagamento usato giá non larga
Carlo con la sua gente, tant’è larga.
14Avvegna ch’egli stea cosí da larga,
in un punto ne dá sentenza larga:
ed or fia tal, poi staremo a la larga.