Pagina:Abba - Le rive della Bormida.djvu/88

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reva accorata. Marta fattalesi all’orecchio, le bisbigliò: «che piangi, sciocca? Va altrove, che la padrona ha bisogno di tutt’altro che di vedere le tue lagrime. Va, va, che tuo padre tornerà, e di qui a stassera non c’è molto.»

Tecla se n’andò, lasciando la vecchia punto dubbiosa di avere indovinata la cagione del suo pianto; e questa rientrò in casa colla signora. La quale sfatta per quel che aveva patito dal giorno innanzi, sedette come persona inferma; e voltasi alla fantesca le disse:

«Marta; e tutta la paura che ebbimo del pievano? Fummo pur pronti a pensar male....

«Che vuole! — rispose Marta — ieri mattina egli se n’è andato così furioso; il signorino glie ne aveva dette di così grosse! Ho fatto i giudizi temerari.... povera me, chi si salverà farà la gran bella giornata....!»

In verità, sebbene i fatti dessero ragione ai pentimenti di Marta, il pievano s’era partito il dì innanzi da quella casa, proprio col proposito di pigliar vendetta a suo modo del giovane giacobino. Risalendo in castello v’aveva meditato sopra, e non vedeva l’ora d’averlo tra le mani senonchè, rientrando nel presbiterio, s’era abbattuto in donna Placidia che gli porgeva una lettera, suggellata grossamente con cera di Spagna, e il Minore Osservante che gli si faceva incontro, dicendo in tuon di celia:

«Non ha gli occhi cavati, non il naso tagliato, non gli orecchi mozzi, dunque gli infedeli si sono convertiti....?»

«Ah! padre, — sclamò il pievano, cui il sangue rimescolato dalla procella di poco prima, flottava tuttavia assai forte, — ella parla d’infedeli per celia, ma qui nella mia pieve ho di peggio! Qui vi sono i rinnegati....

«Rinnegati! — urlò il frate battendo insieme le palme: — Che mi dice mai rinnegati? O le mie prediche? Ne parlerò domenica dando la benedizione papale.

«Eh! il rinnegato non ha visto nè lei nè la chiesa! Altro che prediche...! Adesso vado a C.... mi presento