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la gerarchia degli dèi 105


Sofia. Questo è molto strano, che chiamino dèi li corpi non vivi né sensibili, privi de l’anima.

Filone. Li chiamano dèi per la loro grandezza, notizia, opera e principalitá che hanno in questo mondo inferiore; ancor perché credevano essere ognuno di questi governato per virtú spirituale participativa de l’intellettual divinitá: ovvero (come sente Platone) che ognuno degli elementi abbi un principio formale incorporeo, per participazione del quale essi hanno le sue proprie nature, le quali chiama idee, e tiene che la idea del fuoco sia vero fuoco per essenzia formale e l’elementale sia fuoco per participazione di quella sua idea, e cosí gli altri. Non è adunque strano appropriare la divinitá alle idee delle cose: onde ancora ponevano divinitá su le piante, massimamente in quelle che son cibi piú comuni e piú utili agli umani, come Cerere a le biade e Bacco al vino, per l’universal utilitá e necessitá che hanno gl’uomini di quelle; però che ancor le piante hanno le sue proprie idee come gli elementi. E per questa medesima ragione chiamorono ancora dèi e dee le virtú, li vizi e passioni umane, perché (oltre che quelle per la loro eccellenzia e queste per la lor forza participino alquanto di divinitá) pure la principal causa che ognuna de le virtú, ognuno de’ vizi e ognuna de le passioni umane in universale ha la sua propria idea, per participazione de la quale piú e meno si truovano negl’uomini intensamente o ver remissamente; e per questo fra li dèi sono nominati fama, amore, grazia, cupiditá, voluttá, litigio, fatica, invidia, fraude, pertinacia, miserie e molte altre di quella sorte, per ciò che ognuna ha la sua propria idea e principio incorporeo (come t’ho detto), per il quale è nominata dio o dea.

Sofia. Quando ben le virtú per la lor eccellenzia avessero idee, li vizi e cattive passioni a che modo le possono avere?

Filone. Sí come fra li dèi celesti vi son alcune buone e ottime fortune, come Iuppiter e Venere, da’ quali sempre dependono molti beni, e ancor vi sono alcuni cattivi che sono infortuni, come Saturno e Marte, da’ quali ogni male deriva: cosí ancor fra le idee platoniche ci sono alcuni principi di bene e di virtú, ed altre che son principi di male e di vizi, perché