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anima e intelletto 179

di lí esce ancora al corporeo, e di poi ritorna a l’intellettuale, secondo sue occurrenti inclinazioni. E però diceva Platone che l’anima è composta di sé e d’altro, d’indivisibile e divisibile, e dice che è numero se medesimo movente: vuol dire che non è d’uniforme natura, com’è il puro intelletto, anzi di numero di nature: non è corporale né spirituale, e si muove d’una ne l’altra continuamente. E dice che ’l suo moto è circulare e continuo, non perché si muova di luogo a luogo corporalmente, anzi spiritualmente e operativamente si muove di sé in sé, cioè di sua natura spirituale in sua natura corporea, tornando di poi in quella sempre circularmente.

Sofia. Mi par quasi intendere questa differenzia che fai ne la natura de l’anima; ma, se trovassi qualche buono essemplo per meglio acquietarmi l’animo, sarebbemi grato.

Filone. Qual miglior essemplo che quel de’ dui principi celesti, che l’immenso creatore fece simulacro de l’intelletto e de l’anima?

Sofia. Quali sono?

Filone. I due luminari: il grande, che fa il giorno, e il piccolo, che deserve a la notte.

Sofia. Vòi dire il sole e la luna?

Filone. Quelli.

Sofia. Che hanno da fare con l’intelletto e l’anima?

Filone. Il sole è simulacro de l’intelletto divino, dal quale ogni intelletto depende; e la luna è simulacro de l’anima del mondo, da la quale ogni anima procede.

Sofia. A che modo?

Filone. Tu sai che ’l mondo creato si divide in corporale e spirituale, cioè incorporeo.

Sofia. Questo so.

Filone. E sai che ’l mondo corporeo è sensibile, e l’incorporeo intelligibile?

Sofia. Ancor questo so.

Filone. E dèi sapere che fra li cinque sensi solo il viso oculare è quello che fa tutto il mondo corporeo esser sensibile, sí come il vedere intellettuale fa essere l’incorporeo intelligibile.