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14 i - d’amore e desiderio


Filone. L’utile come sono ricchezze, particulari beni d’acquisto, non sono mai amate e desiderate insieme. Anzi, quando non si hanno, si desiano e non s’amano, per essere d’altri; ma quando sono acquistate, cessa il desiderio d’esse, e allora si amano come cose proprie e si godeno con unione e proprietá. Niente di manco, se ben cessa il desiderio di quelle particular ricchezze giá possedute, nasce immediate nuovi desii d’altre cose aliene: e quelli uomini la volontá de’ quali guarda a l’amore de l’utile, hanno diversi e infiniti desii, e, cessando l’uno per l’acquistare, viene l’altro maggiore e piú affannoso. Tal che mai saziano sua volontá di simili desidéri; e quanto piú posseggono, tanto piú desiano; e sono simili a quelli che cercano spegnare la sua sete con l’acqua salata, che, quanto piú beveno, tanto in lor produce maggior sete. E questo desío de le cose utili si chiama ambizione o vero cupiditá; il temperamento di quello si chiama contentamento o vero satisfazione del necessario, ed è eccellente virtú; e chiamasi ancora suffizienzia, perché si contenta del necessario. E li savi dicono che ’l vero ricco è quello che si contenta di quel che possiede. E cosí come l’estremo di questa virtú è la cupiditá del superfluo, cosí l’altro estremo è il lassare di desiare il bisogno, e chiamasi negligenzia.

Sofia. Che dici tu, Filone! Non son molti filosofi che giudicano tutte le ricchezze doversi lassare? E alcuni, per dire il vero, non le hanno lassate.

Filone. È stata ben questa oppinione d’alcuni filosofi stoici e accademici. Ma quella non è negligenzia il lassare di desiderare e procurare il bisogno; ché lo facevano per convertirsi alla vita contemplativa con intima e contenta contemplazione: alla quale vedevano le ricchezze essere grande impedimento, perché occupano la mente e la divertiscono da la sua medesima opera speculativa e da la contemplazione, ne la qual consiste sua perfezione e felicitá. Ma li peripatetici tengono che s’abbi da procurare le ricchezze, essendo di bisogno per vita virtuosa; e dicono che, se ben le ricchezze non son virtú, sono almanco instrumento di quelle, perché non si potria