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244 iii - de l’origine d’amore


Filone. A Platone pare impossibile che corpo formato non sia fatto di materia informe: onde il cielo il sole e le stelle, che son bellamente formati, afferma esser fatti di materia informe come tutti li corpi inferiori.

Sofia. E la materia de’ celesti è forse quella medesima degl’inferiori, o ver altra?

Filone. Altro non può essere che la materia prima ad ogni modo informe, però che non ha perché si possi multiplicare e diversificare d’altra, e bisogna che sia una medesima in tutte le cose composte di materia; e li par giusto che ’l mondo tutto, cosí come ha un padre comune, qual è Dio, che abbi ancora una madre comune a tutte sue parti, qual’è il caos: e il mondo è figliuol di tutti due.

Sofia. Dunque gli angeli e intelletti puri è bisogno che sieno composti di materia?

Filone. Giá fu alcuno de li platonici, che disseno che ’l caos ha la parte sua negli angeli e altri spirituali, però che dá in loro la sustanzia, qual si forma da Dio intellettualmente senza corporeitá, in modo che gli angeli han materia incorporea e intellettuale, e li cieli han materia corporea incorruttibile successivamente, e gl’inferiori han materia generabile e corruttibile; ma quelli che tengano che l’intelletti sieno anime e forme del corpo celeste, gli basta la materia in composizione de li corpi celesti, e non de l’intelletti che sono loro anime.

Sofia. Dunque li cieli secondo Platone son fatti de la materia che siamo noi?

Filone. Di quella propria.

Sofia. Come possono adunque essere eterni?

Filone. Però Platone afferma che li cieli ancor son fatti di nuovo di materia informe, coeterna a Dio.

Sofia. Sta bene: ma ancor bisogna che dica che son corruttibili come gl’inferiori, che la materia successivamente bisogna che molte volte s’informi.

Filone. Ancor tiene che li cieli da sé sieno dissolubili, però che ogni cosa fatta di materia e forma se dissolve: si non fusse l’onnipotenza divina che gli fa indissolubili, se ben da sé son solubili.