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amore intrinseco di dio 253

l’eternitá di un sol mondo, di Platone l’eternitá successiva di molti mondi l’uno di poi l’altro, de’ fideli la creazione d’uno sol mondo e d’ogni cosa. Mi parrebbe giá tempo di tornare al nostro proposito de l’amore, e [che] mi respondessi alla seconda dimanda, del quando l’amor nacque e qual fu il primo amore.

Filone. Il primo amor è quello del primo amante nel primo amato. Ma come sia che nissuno di questi mai non nascessi, anzi ambi sieno eterni, bisogna dire ancora che l’amore loro, che è il primo amore, mai non nascessi, anzi [sia] come quelli eterno e da tutti due ab eterno prodotto.

Sofia. Dimmi quali sono il primo amato e il primo amante, ché conoscendo il loro amore, saprò qual è primo amore.

Filone. Il primo amante si è Dio conoscente e volente, il primo amato è esso Dio sommo bello.

Sofia. Adunque il primo amore si è di Dio a se stesso.

Filone. Sí, certamente.

Sofia. Molte cose ne seguitariano da queste, assurde e contrarie: prima, che la simplicissima essenzia divina fusse partita in parte amata e non amante e in parte amante e non amata. Seconda, che Dio amante sarebbe inferiore a se stesso amato: ché, secondo m’hai mostrato, ogni amante in quanto amante è inferiore al suo amato, perciò che, se l’amore è desiderio d’unione (come hai detto), Dio amando desideraria unirsi con se stesso, essendo sempre una cosa con se stesso; e sarebbe porre che Dio mancasse di se stesso, il quale amore presuppone mancamento. E molti altri inconvenienti simili ne seguirebbono, li quali non mi allargo a dirti, perché a te, e [ad] ognuno che ha inteso le condizioni che hai poste ne l’amore, saranno manifesti.

Filone. Non è lecito, o Sofia, parlare de l’amore intrinseco di Dio, amante e amato, con quella lingua e quelli labbri con li quali soliamo parlare degli amori mondani. Non fa diversitá alcuna in lui l’essere amato e amante; ma piú presto fa questa intrinseca relazione la sua unitá piú perfetta e simplice, perché la sua divina essenzia non sarebbe di somma vita, se