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bellezza finita nelle creature 269

come può stare questo con ciò che dice la Scrittura, che l’uomo sia fatto a l’immagine e similitudine di Dio? E giá da te ho inteso che il mondo è immagine e similitudine di Dio; e non è dubio che ’l mondo angelico è molto piú simile a la divinitá che tutto il resto, poi [che] l’immagine debbe essere proporzionata a la figura di che è immagine, e il simulacro a quello di che è similitudine: hanno adunque proporzione le cose create col creatore, però che sono sua immagine.

Filone. Li tuoi dubi mostrano ingegno; la soluzione loro non è difficile. Se bene la bellezza divina in sé è immensa e infinita, quella porzione che volse participare a l’universo creato è finita; la qual si participò in diversi gradi finiti, a chi piú a chi manco, però che ogni bellezza creata è concreata a propria essenzia e terminata [in] subietto e finita per quello: il mondo angelico pigliò la maggior parte, di poi il celeste, di poi il corruttibile. Queste parti son proporzionate in sé, e chi piú ne ha si dice piú participativo de la divinitá e piú approssimato a quella; non perché sia piú proporzionato a l’infinitá divina, però che tra finito e infinito non è proporzione, ma perché ha sortito piú di grado de la bellezza participata dal creatore al mondo creato, e restò men terminata raen concreata e men finita in sua propria essenzia: sí che quando si dice approssimarsi una creatura al suo creatore piú de l’altra, non è perché piú proporzionato gli sia, come tu nel tuo primo dubio intendi, ma perché piú participa liberalitá de’ doni divini. E con questo solverai il tuo secondo dubio, ché ne le creature è l’immagine e similitudine di Dio per quella bellezza finita participata da l’immenso bello: ché l’immagine del finito bisogna che sia finita, altrimenti non sarebbe immagine ma quello di che è immagine. Si depinge e immagina la bellezza infinita del creatore ne la bellezza finita creata come una bella figura in uno specchio: non però commisura l’immagine il divino immaginato, ma bene gli sará simulacro similitudine e immagine. Può adunque l’uomo e il mondo creato e prima l’angelico essere immagine e simulacro di Dio senza avere proporzione misurabile a sua immensa bellezza (come t’ho detto); onde il profeta dice: «A chi somigliate