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346 iii - de l’origine d’amore

participata ne l’universo, tutto e ognuna de le sue parti fa belle: sí che nissuna altra bellezza è che sapienza participabile ovvero participata, l’una producente e l’altra prodotta, l’una purissima e sommamente una, e l’altra diffusa estensa separata e multiplicata, ma sempre a immagine di quella somma e vera bellezza, prima sapienzia. Ma solamente a una cosa voglio ancora che m’acquieti l’animo, che, essendo la prima bellezza (come hai detto) essa sapienzia divina, idea de l’universo ovvero intelletto prodotto o la mente sua, pareria che la bellezza di esso Dio precedessi a quella e fusse la vera e prima bellezza, e l’altra, che fai prima, par piú presto seconda, però che ’l sapiente precede a la sapienzia e l’intelligente a l’intelletto. Debbe adunque essere la prima bellezza quella del sommo sapiente e intelligente, e la seconda quella del suo intelletto e somma sapienzia: tanto più che essa sapienzia è l’idea de l’universo, esemplo e modello de l’artifiziato mondo (come hai detto), a la quale è bisogno che conceda che preceda esso sommo opifice, però che l’architettore bisogna che preceda a l’esemplare, modello del suo artifizio, e che ’l modello sia primo causato da l’architettore, e mediante quello l’opera artifiziata; e precedendo il sommo opifice a l’idea de l’universo, bisogna che la bellezza sua sia prima de la idea, cosí come la bellezza de la idea è la prima bellezza di esso universo prodotto. È adunque la bellezza de la idea e intelletto primo, ovvero de la mente e sapienzia divina, seconda in ordine de la bellezza, e non prima, e la prima saria quella del sommo opifice, e non l’idea (come hai detto).

Filone. Non mi dispiace che abbi mosso ancora questo dubio, però che la soluzione di quello ti condurrá nel termine finale di questa materia e te integrará nel conoscimento de la somma e vera bellezza, sopra tutte l’altre prima ed eminentissima. Prima ti solverò il tuo dubio con assai facilitá, mostrandoti che ’l primo intelletto (di mente d’Aristotile) è uno medesimo col sommo Iddio, in nissuna cosa diverso se non [ne] li vocaboli e modi di filosofare appresso di noi de la sua simplicissima unitá: però che egli tiene che l’essenzia divina non sia altro che somma sapienzia e intelletto; la qual essendo purissima e