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18      Aggiustare il mondo

soprattutto a quelle sul funzionamento della cosa pubblica e del sistema-giustizia, era obiettivamente coinvolgente.

Malamud si scagliava contro l’uso per profitto privato di informazioni che dovevano essere nel pubblico dominio, contro il tentativo di limitare l’accesso a tutte le informazioni giuridiche di un Paese e dei suoi tribunali, contro la riscossione di quelli che chiamava “pedaggi sulle autostrade della conoscenza”, negando così la possibilità di istruzione, e di conoscenza, appunto, a chi si fosse trovato senza mezzi economici.

Il suo sacro fuoco era alimentato anche dalla volontà di creare nuove opportunità in società per i più poveri, i meno colti e gli emarginati, di rendere la società più giusta e più equa e, come risultato finale, di rendere universale la conoscenza e di prevedere l’accesso alla stessa come un vero e proprio diritto umano.

Non era attento, quindi, solo ai costi e allo sperpero di denaro pubblico, o alla poca efficienza di questi grandi database statali, o, ancora, alla violazione della privacy. Perseguiva fini ben più nobili.

Le teorie di Malamud, come prevedibile, avevano affascinato tantissime persone nel corso degli anni, e avevano suggestionato anche il giovane Aaron, che lo frequentava da tempo.

Malamud, in determinati periodi dell’anno, comunicava pubblicamente di essere alla ricerca di “volontari” per portare avanti le sue azioni.

Anche in questo caso, con riferimento al periodo di prova del sistema-giustizia, aveva “chiamato alla guerra”.

Il giovane Aaron era corso ad armarsi, e aveva aspettato il momento migliore per attaccare PACER.


In realtà, il tentativo di ricognizione operato dall’agente dell’FBI in Illinois fallì. L’uomo annotò, nel rapporto finale consegnato al suo superiore, l’elenco delle azioni investigative che aveva svolto e, soprattutto, i problemi pratici sopravvenuti, che avevano condizionato l’esito del sopralluogo.

L’abitazione presa di mira dagli investigatori si trovava alla fine di un vialetto, dietro altre case, in Marshman Avenue, una via con tanti alberi e senza uscita.

In più, in quel contesto già piuttosto ostile per un appostamento, nessun’altra macchina era parcheggiata sulla strada, per cui una attività di sorveglianza continua sarebbe diventata impossibile, e il rischio di essere scoperti sarebbe stato troppo alto.

Non restava che tornare indietro.

Arrivato a Chicago, l’agente compilò i documenti che poi spedì a Washington. I tentativi, da parte degli investigatori, di ottenere ulteriori informazioni, anche cercando, poche settimane dopo, di fissare un colloquio con Aaron e con il suo avvocato, non andarono a buon fine.