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28      Aggiustare il mondo


Il manifesto di The Mentor è significativo non solo perché cerca di illustrare la natura del vero hacking, ma perché, in ogni momento, fa percepire chiaramente quel senso di contrasto nei confronti di tutto ciò che viene avvertito come autorità.

Un’autorità che, nelle parole di questo ragazzo, non solo minaccia e arresta – siamo in un periodo storico di grande conflitto, dicevamo, tra autorità e hacker – ma che soffoca la voglia di conoscere e la creatività dei giovani, plasma le menti e confina la loro coscienza attraverso vincoli che non riescono ad accettare.

È una realtà che, al contempo, presenta l’enorme possibilità di un mondo nuovo, una rete. Che offre tutto.

Dalla contestazione del sistema scolastico, e dalla necessità di ripararlo, Aaron passerà gradualmente alla messa in discussione della società, poi delle aziende, poi della politica e, infine, dello Stato e del mondo.

Fisicamente, Aaron si presenta come un bambino apparentemente fragile e minuto. Timido, dimostra meno anni di quelli che ha. E sarà sempre così.

Per carattere è molto restio a condividere i suoi stati d’animo e le sue vulnerabilità, soprattutto per non destare preoccupazioni in capo alle persone a lui care. La sua dieta alimentare è un disastro. È ossessionato, sin dalla giovane età, dai colori dei cibi, e prende ben presto la decisione di mangiare soltanto prodotti di colore bianco o giallo. Non mangia frutta: ne ha il terrore. Non mangia verdura: predilige ciotole di riso, piatti di maccheroni col formaggio e patate fritte.

A 12 anni gli è diagnosticata una patologia molto grave che lo porta ad affrontare una condizione di dolore, e di disagio, per tutto il resto della vita, e che influirà molto sul suo carattere sia da adolescente, sia da adulto.

La sua adolescenza è caratterizzata da questo conflitto tra mondo reale e mondo di Internet.

Nel mondo reale vive nel suo piccolo sobborgo vicino a Chicago. Si sente un po’ fuori posto: non vuole frequentare la scuola, gli amici e le occasioni di svago sono poche, vuole solo avere più tempo per fare tutte le cose che gli vengono in mente ogni giorno.

Pian piano, si rende conto che a lui non interessa poi così tanto il “mondo fisico”, il verde e le foglie di Highland Park. A lui interessano, ormai, soltanto i computer e i libri.

È affascinato da quella Internet che ha scoperto da giovanissimo. Un luogo dove viene definito, e apprezzato, solo in base alle sue migliori qualità, alla sua capacità di parlare con i computer e con la rete.

Aveva già deciso che quello sarebbe stato il suo “primo luogo” dove vivere e lavorare. Non appena aveva accesso a un computer e a una connessione, entrava nel web e capiva, giorno dopo giorno, che lì c’era qualcosa che avrebbe cambiato tutto. Che avrebbe cambiato il mondo e la storia. Che avrebbe cambiato il modo stesso di intendere la cultura e la comunicazione.