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34     Aggiustare il mondo


Iniziava a farsi largo in lui l’idea che tutto si dovesse sempre mettere in discussione, e iniziò a elaborare la sua idea di attitudine scientifica.

Tutto ciò che hai imparato, scriveva spesso Aaron, è solo provvisorio, sempre aperto a essere rifiutato, o discusso di nuovo, o questionabile, o confutato.

E pensava che lo stesso metodo si potesse applicare alla società tutta: una necessità costante di confrontarsi con le persone, per testare tutto quello che si sta facendo.


Nel 2009, a ventitré anni, Aaron si recò in Brasile, e rimase per qualche tempo con Ronaldo Lemos, a quel tempo studioso a capo del progetto Creative Commons Brasile.

In un’intervista, Aaron sintetizzò con grande precisione questo primo periodo della sua vita.

Sono cresciuto come il più grande di tre figli in un piccolo sobborgo nel centro degli Stati Uniti – dichiarò al giornalista – Mio nonno gestiva una piccola azienda di insegne, che mio padre aveva rilevato e trasformato in una piccola azienda di software, quindi, in casa c’erano sempre dei computer. Non c’era molto da fare nella nostra città, ho passato molto tempo a giocare con quei computer. Abbiamo avuto Internet molto presto (nel 1992, o giù di lì) e, da allora, ho trascorso gran parte della mia vita online: leggendo e-mail, partecipando a gruppi di discussione, navigando sul web. La scuola che frequentavo era a sei miglia di distanza, quindi non vivevo vicino a molti dei miei amici. Invece, ho fatto amicizia attraverso Internet.

La conoscenza del mondo della programmazione e delle community fu, per lui, una scoperta rivoluzionaria.

Quando avevo circa 12 anni – ricorda – mio padre andò in viaggio d’affari al MIT e mi portò con sé. Ho trascorso una giornata in una classe di un professore del MIT, Philip Greenspun, che ha spiegato i principi fondamentali per la costruzione di applicazioni web. Ero così entusiasta della lezione, che tornai subito a casa e provai a creare qualcosa. La prima cosa che realizzai fu un’enciclopedia online che chiunque poteva modificare ma, alla fine, lo fecero solo mia madre e i miei amici di scuola. La seconda cosa che feci fu l’elaborare un programma per prendere le notizie da tanti siti di notizie diversi, e combinarle in un’unica pagina in maniera ordinata. All’epoca era piuttosto complicato: ogni sito di notizie aveva un proprio formato con cui le pubblicava, e bisognava scrivere un software che le leggesse a una a una; c’erano, però, alcune persone che avevano iniziato a parlare dell’esigenza di creare uno standard, in modo che ci fosse un solo formato da leggere. Ovviamente, ho iniziato a frequentarle. Naturalmente, essendo un ragazzino, avevo molto tempo libero, così finii per occuparmi sempre di più dello studio e del lavoro su questi temi, fino a diventare uno dei redattori della specifica che divenne nota come RSS 1.0.