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IN TOSCANA. 313

     Che rosseggia
     265Là negli orti del mio Redi.
     Manna dal ciel su le tue trecce piova,
     Vigna gentil, che questa ambrosia infondi;
     Ogni tua vite in ogni tempo muova
     Nuovi fior, nuovi frutti e nuove frondi;
     270Un rio di latte in dolce foggia e nuova
     I sassi tuoi placidamente inondi;
     Nè pigro giel, nè tempestosa piova
     Ti perturbi giammai, nè mai ti sfrondi,
     E ’l tuo Signor nell’età sua più vecchia
     275Possa del vino tuo ber con la secchia.
     Se la druda di Titone
     Al canuto suo marito
     Con un vasto ciotolone
     Di tal vin facesse invito,
     280Quel buon vecchio colassù
     Tornerebbe in gioventù.
Torniam noi trattanto a bere:
     Ma con qual nuovo ristoro
     Coronar potrò ’l bicchiere
     285Per un brindisi canoro?
     Col Topazio pigiato in Lamporecchio,
     Ch’è famoso castel per quel Masetto,
     A inghirlandar le tazze or m’apparecchio,
     Purchè gelato sia e sia puretto,
     290Gelato, quale alla stagion del gielo