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184 la fortuna di un uomo


Respiro! L’insidia pareva proprio da escludere. Nondimeno non era una disgrazia anche questa? correr pericolo che Silvia, in uno scatto d’amore o d’odio, si compromettesse e lo compromettesse? E in tal caso che accadrebbe, buon Dio?

Nulla accadde. Silvia, invece, fu mirabile; lieta a conoscere di persona il nipote del signor Giorgio, che (già!) conosceva solo di vista.... Non un discorso in cui ella s’imbarazzasse, o che imbarazzasse. Benissimo! E Gaspare, a tanta disinvoltura e sicurezza di spirito, si convinse d’essere un giovane spiritoso e disinvolto.

Ma a tavola, al secondo piatto, l’ingegnere uscì a dire — e aveva uno sguardo torvo:

— Sai che questo disgraziato prende moglie?

Passò, negli occhi di Silvia un lampo; per il quale Gaspare rabbrividì.

Invece ella, dopo, sorrideva.

— Davvero? Me ne congratulo!

— E io me ne dolgo! — ribattè il marito. — Io lo compiango! Una corbelleria! uno sproposito! un delitto che, se suo zio fosse al mondo, non commetterebbe!

Rispose Gaspare: — Tutt’altro! Me lo consigliò lui, quand’era moribondo....

— Ah sì? Ciò prova che quando si è moribondi si ha perduta la testa!

Intanto Silvia esortava Gaspare:

— Non gli badi. Scherza.

— Eh! — proseguì Tredòzi — : se Bicci stes-