Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/135

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libro primo 129


Sopra tutti gli altri ricordi non voglio preterire questo: dico a te, Battista, fuggi ogni commerzio, fuggi trame e lezi di qualunque femmina. Apresso a Omero, quel sapientissimo Agamennon afferma infra’ mortali essere animal veruno più scelesto che la femmina. Tutte sono pazze e piene di pulce le femmine, e da loro mai riceverai se non dispiacere e impaccio e indignazione. Vogliolose, audaci, inconstante, suspiziose, ostinate, piene di simulazione e crudelità.

Così di dì in dì precludendo in noi e tagliando la via alle perturbazioni in modo ch’elle trovino chiuso ogni addito e otturato ogni fenestra per donde elle possino entrare ne’ nostri animi, daremo ogni opera e industria di vivere liberi e vacui d’ogni molestia. E insieme studieremo, qual facea Alessandro, essercitando le sue gente e commilitoni in ogni preludio e movimento atto a bene adoperarsi in arme contro a’ loro nimici, così noi studieremo essercitare nostre membra e sensi in ogni tolleranza e fortezza, per la quale ne rendiamo fermi e constanti contro ogni impeto della fortuna e de’ casi avversi. E saranno e’ primi nostri essercizi tutti addiritti a profugar lungi da noi ogni vizio, però che da’ vizi nascono agli animi nostri manifestissime ruine. E qui in due cose mi par bisogni essercitarci: in moderar le volontà, e temperar l’ira. A tutt’e due daremo e modo e freno se statuiremo curar meno e meno tuttora stimare qualunque piacere nostro e qualunque dispiacere. Avvederenci d’esser bene composti coll’animo a questa una opera quando accettaremo da noi stessi niuna eccezione contraria. Oggi siede el popolo allo spettacolo, e io voglio essercitarmi in curar nulla questa voluttà; rinchiuderommi tra’ miei libri e starommi solo. Se così deliberasti fare, niuna suasione d’altrui, nulla cosa potrà avvenirti in mente che ti distolga dal tuo instituto. Ma tu quanto darai orecchie o fede a cosa che ti disduca da questo proposito, quanto penderai coll’animo verso dove la voluttà t’alletta, tanto sarai non ben costituto né bene addritto a sostenere te stessi; e quanto non atuterai le voglie tue e dara’ti a non repugnarle, tanto dispiacerai a te stessi, e tanto sarai non tuo né libero. Spegni, succulca quel pensiero. Refuta ogni cagione e condizione quale interrumpa e’ tuoi culti a virtù.