Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/139

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libro primo 133


E’ nostri maggiori Latini assuefacieno gli essercit:i suoi a quel cibo militare e castrense quale era simplice e senza apparato, ed era non altro che lardo e cacio. Voleano questi essere espediti alle faccende virili e disoccupati da questi altri impacci servili. Così noi avvezzeremo le nostre membra a esser contente del poco e a soffrire senza delicatezza, e coll’uso asseguiremo ogni gran cosa.

Scriveno che a Iulio Viatore, eques romano, e’ medici proibirono le cose umide; e lui con ausarsi divenne che in senettù bevea nulla. Qui Battista solea non potere senza gran molestia e perturbazione della sanità sua stare colla testa discoperta tanto quanto egli adorasse el sacrificio. Vedilo testé che d’astate in astate avezzo non può in mezzo dell’alpe e al nevischio soffrir coperto el capo; e quel che non potette l’arte e cura de’ medici, può lui col ridursi in questo suo uso. Ma quanto possa ne’ mortali ogni uso altrove sarà da recitarlo. Solo qui resti suaso che se l’uso può, bisogna distorci da ogni uso per quale mancandoci quella e quell’altra cosa a noi venga perturbazione, e conferirci a qualunque uso ne aiuti poco chiedere cose da altri che da noi stessi. Diogenes filosofo non volle revocare el servo suo fuggitivo. Parsegli provarsi se forse fusse non da meno che ’l servo suo, quale se e’ potea solo viversi senza Diogenes, molto più dovea potere Diogenes vivere senza un servo e fuggitivo.

A molti insueti parrebbono cose dure queste qual io racconto. Non sono; e sono facili a chi così dispone volere. E certo ben disse M. Varrone in satyris: «Se di tutta l’opera che tu ponesti in fare che ’l servo tuo fusse buon pistore, tu in adornare te stessi ne avessi esposta la duodecima parte, già più tempo saresti ottimo cittadino. Ora venderesti quel servo molti danari. Te chi mai comperasse per qualunque sia vile prezzo?». E questi essercizi a chi così deliberò, sono certo soavi provandoli, perché si sente di cosa in cosa più su attingere a virtù, e provandoli ancora adducono una felicità da volerla. E chi non volesse non aver bisogno alcuno di tante e sì varie cose quante e’ richiede? A chi può tradur suo vita con poche cose, a costui bisognano poche cose. E parmi in prima libertà degna d’uomo potersi senza fastidio e molestia