Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/109

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libro secondo 103

fa lui, dimonstra non desiderare né aspettare altro che ascoltarti.

Lionardo. Piàcev’egli pure udirmi?

Battista. Quanto tu vedi.

Lionardo. E tanto vi sta desiderio al tutto udirmi?

Battista. Niuna cosa a noi più essere può grata.

Lionardo. Non posso adunque, né voglio non satisfarvi. Ma non aspettate da me se non quanto di cosa in cosa mi verrò ramentando. Solo reciterò e’ perfettissimi e utilissimi documenti necessari alle famiglie per non cadere in infelicità, accomodatissimi e ottimi a sollevarle e porle in suprema felicità e gloria. Ma come faremo? Avete voi che domandarmi? E io risponderò. O meglio vi pare che io perpetui senza interrompermi il corso del mio recitare?

Battista. Qual più t’agrada. A noi solo questo accade a domandare, qual cose facciano una famiglia felicissima. Tu continua el dir tuo. Noi t’ascolteremo.

Lionardo. Piacemi. Così faremo, e voi, dove paresse d’andare più adagio, rattenetemi, però che io in questa materia trascorrerò con quanta brevità si potrà. Ascoltatemi. Spesso in queste nostre acerbissime calamità, e pure oggi pensando quanto la fortuna ingiuriando ci perseguiti, né mai si stracchi di dì in dì alle miserie nostre aggiugnere nuovo dolore, miseri noi! né a lei insino a qui paia non poco averci per tutto il mondo sparsi e così tenerci oppressi con molte calamità, tenerci errando nelle terre strane luntani da tutti e’ nostri frategli, sorelle, padri, amici e mogli, non posso, ah fortuna iniqua! tenere le lacrime. Piango la nostra sciagura, e ora tanto più adoloro, frate’ miei, poiché io veggo Lorenzo vostro padre, uomo per intelletto, per autorità, per ogni virtù prestantissimo, e a voi e a tutta la famiglia nostra Alberta in questi tempi acerbi e durissimi ottimo e necessario defensore e protettore, così giacere grave. O fortuna, quanto se’ contro alla famiglia nostra irata e ostinata! Ma in questo dolore seguo in me quello approbatissimo proverbio dello Epicuro; riducomi a memoria in quanta felicità già in patria la famiglia