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112 i libri della famiglia

quanto abbiamo detto si seguiti tutte queste cose, le quali veggiamo che sono a conoscere e scegliere atta e prolifica moglie utilissime. Aggiugni a queste che ottimo sarà indizio se la fanciulla si troverà copia di fratelli tutti maschi, imperoché di lei appresso di te potrai sperare sarà simile alla madre.

E abbiamo detto già delle bellezze. Seguita il parentado, nel quale considereremo qual cose siano bene atte e da preferire. Credo io nel parentado in prima si vuole bene essaminare la vita e modi di tutti e’ nuovi coniunti. Molti matrimonii sono stati, secondo che tutto il dì s’ode e legge, cagione di grande ruine alla famiglia, poiché sono imparentatosi con uomini litigiosi, gareggiosi, superbi e malvoluti. Qui non accade per brevità addurne essempli, ché credo niuno si truovi sì sciocco, el quale non prima volesse rimanere sanza moglie che avere a sofferire pessimi parenti. Alcuna volta si vede e’ parentadi sono stati dannosi e calamitosi a quelli sposi, e’ quali hanno avuto a sostentare la famiglia sua e quella di coloro onde cavorono la fanciulla. E non raro interviene che i nuovi parenti sapendosi nelle cose mal reggere, o forse così sendo sfortunati, tutti per bisogno s’anidano in casa del nuovo parente. Tu di fresco sposo, né puoi sanza danno ritenerli, né sanza biasimo commiatarli. Adunque, per comprendere tutto questo luogo in poche parole, ché al tutto voglio essere in questa materia brevissimo, procurisi avere questi così nuovi parenti di sangue non vulgari, di fortuna non infimi, di essercizio non vili, e nelle altre cose modesti e regolati, non troppo superiori a te, acciò che la loro amplitudine non auggi come l’onore e dignità tua, così la quiete e tranquillità tua e de’ tuoi, e acciò che, se di loro alcuno cascasse, tu possa dirizzarlo e sostenerlo sanza troppo sconciarti, e sanza sudare sotto quello alle tue braccia e forze superchio peso. Né anche voglio questi medesimi parenti essere inferiori a te, imperoché se questo t’arecò spesa, quello t’impone servitù. Siano adunque non inequali a te, e come abbiamo detto, modesti e civili.

Seguita della dota, la quale, quanto a me pare, vuole