Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/137

Da Wikisource.

libro secondo 131

d’ogni cosa posta in vita manifesto si vede quanto la natura a tutte contribuisce movimento e sentimento, sanza le quale cose nulla si può veramente giudicarsi in vita. E come, benché tu abbia gli occhi, pure tenendoli chiusi e al loro officio no’gli adoperando, tanto ti gioveranno quanto se tu non gli avessi, così chi l’operazioni per le quali si distingue la vita per sé non frutterà, costui si potrà in questo riputare non aver vita. Veggonsi l’erbe, le piante, e gli arbucelli quanto s’adoperino a crescere e porgerti di sé stessi qualche piacere o utile. Gli altri animali, pesci, uccegli e quegli di quattro piè, tutti al continuo in qualche industria e opera s’afaticano, né mai si veggono oziosi, sempre s’argomentano in vita a sé e ad altri essere non inutili; e truovi chi edifica el nido pe’ figliuoli, vedi chi discorre a pascere e’ nati, tutti s’adoperano quasi da natura loro sia in odio ogni ozio, tutti con qualche buona opera fuggono la inerzia. Pertanto così mi pare da credere sia l’uomo nato, certo non per marcire giacendo, ma per stare faccendo.

L’ingegno, lo ’ntelletto e giudicio, la memoria, l’apetito dell’animo, l’ira, la ragione e consiglio e l’altre divine forze e virtù, colle quali l’uomo vince la forza, volontà e ferocità d’ogni altro animale, certo non so quale stolto negasse esserci date per nolle molto adoperare. Né mi può non dispiacere la sentenza dello Epicuro filosofo, el quale riputa in Dio somma felicità el far nulla. Sia licito a Dio, quello che forse non è a’ mortali volendo, far nulla; ma io credo ogni altra cosa potere essere a Dio di sé stessi forse meno ingrata e agli uomini, dal vizio in fuori, più licita che starsi indarno. Manco a me dispiace la sentenza d’Anassagora filosafo, el quale domandato per che cagione fusse da Dio procreato l’uomo, rispose: «Ci ha produtto per essere contemplatore del cielo, delle stelle, e del sole, e di tutte quelle sue maravigliose opere divine». E puossi non poco persuadere questa opinione, poiché noi vediamo altro niuno animante non prono e inclinato pendere col capo al pasco e alla terra; solo l’uomo veggiamo ritto colla fronte e col viso elevato, quasi