Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/303

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libro quarto 297

desiderano te testimone e promulgatore della fama e lode sue. Quelli operosi a’ traffichi e a mercantia ancora teco proccurranno e adatteranno qualche utile. A’ fortunati possenti giovani e splendidi manca in prima al loro appetito tradursi a sera con qualche voluttà; e questi non saranno ultimi a usufruttare quella sì loro grata quale in te vedranno umanità e gentilezza. Tu con ciascuno di questi ramenterei immitassi Alcibiade, quale in Sparta, terra data alla parsimonia, essercitata in fatiche, cupidissima di gloria, era massaro, ruvido, inculto; in Ionia era delicato, vezzoso; in Tracia con quelli s’adattava a bevazzare ed empiersi di diletto; e tanto sapea sé stessi fingere a quello acadea in taglio, che sendo in Persia, altrui patria, pomposa, curiosa d’ostentazioni, vinse el re Tisaferne de elazione d’animo e di magnificenza.

Ma per in tempo accommodarsi e accrescere amicizia, fia luogo comprendere ne’ gesti, parole, uso e conversazioni altrui, di che ciascuno si diletti, di che s’atristi, qual cosa el muova a cruccio, ad ilarità, a favellare, a tacere. E per più certificarsi quali in loro siano affetti e proclinazioni d’animo e volontà, non manca certa ottima astuzia da non molti conosciuta: due e più volte recitare vera o fitta alcuna istoria, con che arte e modo quello amatore condusse e’ suoi amori, con che diligenza, callidità e solerzia quello conseguisse el guadagno, con quanto studio, assiduità e ardore quell’altro sé tutto desse alla dottrina e cognizione delle lettere, allo essercizio militare, o a qual altra opera e cosa teco facci coniettura secondi chi t’ascolta; e in quella narrazione, nulla con ostentare tuo o ingegno o esquisita eloquenza, ma con puro e semplice modo di ragionare, notare ogni suo movimento di volto, di gesti, e in ogni risposta quanto appruovi e quanto biasimi. Bruto e Cassio, coniurati a vendicare la libertà della patria sua, quale Gaio Cesare avea con arme occupata, proponendo in mezzo forse simili disputazioni, se per beneficare el popolo sia lodato porre in pericolo el senato, o se la discordia civile fusse a’ cittadini meno che ’l tiranno grave, argomentando compresero quanto a Statilio epicurro e con Favonio imitatore di Catone