Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/346

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340 i libri della famiglia

rere comune agl’infimi e pari a’ prìncipi ivi cittadini. Fece ancora a grazia che favellava sì netta la lingua greca, come se fusse nato e allevato proprio in Atene, per qual cosa forse fu detto Attico. Silla, uno de’ principi della contenzione, molto lo amava e pregiava le sue virtù, e richiedevalo fusse in suoi esserciti. Rispuose Attico: «Pregoti non volere avermi avversario a coloro co’ quali non volendo io esserti contro, abandonai Italia». Lodollo Silla. E simile poi nelle contenzioni di Cesare e Pompeo sé escusò vecchio e inutile alla milizia e a’ campi; e per questo, benché aitasse gli amici di Pompeo con danari, non però fu da Cesare vittore male accetto. E scrisse Tiro litteratissimo servo di Cicerone che, edificando Pompeo el tempio della Dea Vittoria in Roma, e volendovi porre suoi onorati tituli, era dissensione fra’ litterati se dovea scriversi TERTIUM CONSUL o TERTIO C. Fu delata la disputazione e iudizio a Marco Tullio, quale prudentissimo comandò, per satisfare a tutti, solo s’inscrivessero tre le prime lettere, TER. E Chilone filosofo, scrive Laerzio Diogenes, chiamato arbitro fra due amici, per non offendere di loro alcuno, persuase provocassero da sé el litigio. E Camillo dittatore, poiché e’ sì ebbe condutta la ossidione che potea subito, per quella quale egli avea sotto terra fatto via, irrumpere in la rocca de’ Vei e prendere la loro terra molto ricchissima, avendo in mano tanta vittoria volse né intrare in invidia del Senato se forse donava tanta preda a’ suoi esserciti, né venire in disgrazia del popolo e moltitudine se forse tanta preda riponea in publico erario. Adonque scrisse al Senato comandassero quello iudicassero da seguirne. Così costoro evitorono offendere gli animi de’ suoi.

Vedesti quanto m’ingegnai esser brevissimo. Più cose potea addurre non superflue, ma in quali troppo mi sarei steso. Uno ricordo non preterirò: cosa niuna voglio stimiate tanto valere a ogni stato e progresso d’amicizia quanto e’ beneficii, de’ quali, perché molto acaggiono a questa materia, poiché nulla più, ch’io stimi, resta a dire della amicizia, racontarò qui a Battista e Carlo succinte alcune sentenze, quali in questa loro età studioso mandai a memoria.