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i libri della famiglia 379

documenti. Secondo la Vita anonima dell’A., stesa sicuramente alla fine del ’400 1, egli ne abbozzò i primi tre libri a Roma in novanta giorni nel trentesimo anno della sua vita, cioè nel 1433-34: essi riuscirono però «inelimatos et asperos, neque usquequaque etruscos» a causa della sua poca esperienza di quella lingua, essendo egli nato e vissuto a lungo fuori di Toscana durante l’esilio degli Alberti. Ma presto egli vi pose rimedio:


multo suo studio, multa industria id assecutus extitit, ut sui cives, qui in senatu se dici eloquentes cuperent, non paucissima ex illius scriptis ad exornandam orationem suam ornamenta in dies suscepisse faterentur.


Implicita in questa ultima affermazione della Vita si potrebbe vedere l’ammissione di una prima revisione dei tre libri. Più tardi, poco dopo il suo arrivo a Firenze nel 14342, e forse nell’anno in cui stese la lettera dedicatoria del terzo libro indirizzata a Francesco d’Altobianco Alberti, la quale echeggia le dispute intorno al volgare sorte tra gli umanisti della Curia Papale (1435-36)3, offerse l’opera ai suoi parenti. La loro reazione poco incoraggiante quasi gii suggerì di consegnarla alle fiamme, il che avrebbe fatto, se non fossero intervenuti certi prìncipi per dissuaderlo. I primi tre libri furono così salvati dalla fama che l’A. già godeva fuori di Firenze. Il quarto

  1. Pubblicata per la prima volta di sul cod. II, IV, 48 (il nostro F4) dal Muratori tra i Rer. Ital. Script., vol. XXV, 1751, pp. 296 sgg., e poi dal Bonucci tra le Opere Volgari, cit., vol. I, pp. lxxxix-cxviii, dal cui testo prendo le mie citazioni. Per l’età della composizione della vita, anonima, cfr. più avanti (a p. 451) la descrizione del cod. G. IV. 29 della Bibl. Univ. di Genova; per l’autore cfr. R. Watkins, The authorship of the Vita Anonyma of L. B. Alberti, in «Studies in the Renaissance» (New York), IV, 1957, pp. 101-112, e vedi la mia nota in «Italian Studies», XI, 1956, p. 16.
  2. Per questo e altri particolari della vita dell’A. vedi G. Mancini, Vita di L.B.A., Firenze, 2* ed., 1911, soprattutto i capp. IX-X, che riguardano il «certame coronario» e la Famiglia. Cfr. anche l’Introduzione del Pellegrini alla sua ed. cit., soprattutto a pp. xlviii-li.
  3. Per una recente discussione di questa disputa nella storia dei rapporti tra latino e volgare, cfr. H. Baron, The Crisis of the Early Italian Renaissance, Princeton, 1955, vol. I, pp. 331 sgg. e vol. II, 581-90. Si vedano anche gli ottimi articoli di B. Migliorini, Latino e volgare nel ’400, in «Lett. Ital.», VI, 1954, pp. 321 sgg. e Panorama dell’italiano quattrocentesco, in «Rass. d. Lett. Ital.», LIX, 1955, pp. 193 sgg., rifusi ora in Storia della lingua ital., Firenze, 1960, pp. 243-306.