Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/413

Da Wikisource.

i libri della famiglia 407

cioè F2 e U, che sono sicuramente indipendenti l’uno dall’altro. Il primo, copiato probabilmente a Firenze, da Giovanni di Matteo Strozzi nel 1482 (dieci anni dopo la morte dell’Alberti), è evidentemente opera amoros1. Il secondo, trascritto forse a Urbino in una «edizione di lusso» di quei tempi, appartenne poi alla biblioteca ducale. Benché manchi nell’inventario di questa biblioteca fatto nel 1482, non è escluso che fosse copiato anche prima di quella data per Ottaviano Ubaldini, a cui, secondo una nota nel codice stesso, esso una volta apparteneva; poteva risalire cioè agli anni in cui l’Alberti, godendo l’amicizia di Federigo da Montefeltro, frequentava la corte di Urbino. Se questo ambiente spiega la bellezza del manoscritto, i rapporti dell’Alberti con Urbino potrebbero anche indicare la forte probabilità che esso rappresenti un testo autorevole2. Tutti e due i codici hanno le loro imperfezioni e alcune piccole divergenze di lezione, ma sono sostanzialmente simili e si rassomigliano anche per la grafia ed i particolari linguistici. Abbiamo, dopo una esauriente esplorazione delle varianti, scelto il secondo, cioè U, che si distingue nel terzo libro, come si diceva sopra, per certe lezioni comuni anche a F3 e F4, che vorremmo attribuire ad ulteriori ritocchi dell’autore.

Il cod. Vaticano, U, si distingue da tutti gli altri, a parte le lezioni che sono evidenti errori, omissioni o fraintendimenti che si

  1. Lo stesso copista vergò anche il Laur. Med. Pai. 112. Vedi più avanti a p. 450 e 453.
  2. Cfr. sopra, la descrizione del cod. e le note. L’autorevolezza del cod. fu messa in rilievo dal Mancini, che non lo seguì però nella sua ed., cit.: scrive nella prefazione, p. x: «...trattandosi dell’opera d’un amico, il duca l’avrà interpellato circa la scelta del testo, seppure da lui medesimo non ricevé in omaggio l’esemplare, che in pochi luoghi apparisce lievemente e talora non infelicemente ritoccato».
     Va rilevato, benché riesca difficile precisarne il significato nella storia del testo, un curioso legame puramente esteriore, che forse non sarà casuale, tra i codd. U e F1 . In U l’ordine dei libri è turbato, il IV cadendo tra il II e il III. Come e perché sarà successo questo? Forse perché esso veniva trascritto da una copia in cui i libri si trovavano ordinati in quel modo. Ora, sebbene i rapporti tra U e F1 non siano diretti, è strano notare che questo poteva essere una volta l’ordine dei libri in F1, dato che in questo cod. i libri II e IV furono copiati dalla stessa mano e, benché non numerati consecutivamente, dovevano probabilmente in un primo tempo seguirsi. Sarebbe possibile che questo fosse anche l’ordine dei libri anche nell’archetipo perduto (X) che derivava da F1; e ciò potrebbe costituire un elemento ipotetico della maggiore prossimità a X del cod. Urbinate.