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le rime | 401 |
Siamo intervenuti ad uniformare la grafia settentrionale del codice nei casi seguenti: abbiamo
a) tolto le h inutili (cercha, ecc.), come pure i dopo g palatale (fugie); rimesso invece l’h in girlandette;
b) sostituito y con i (Tyrsis), x con ss (saxi) o s (exclusi), que con che (cinque), s con sc (usir), -gli con -lli (arbosegli in rima con belli);
c) introdotto la doppia nelle serie seguenti: augeleti, dispiacici, dona, fugie, giovarceli, sano, ridà, inzucharate, mottegiare, moteggi, racontar, soferto; e il raddoppiamento sintattico in quel Alpe, ecc.; ma sostituito la scempia in cossì, crudelle, peccorelle;
d) reso i vari esempi di ç con z o zz secondo il caso: ançi, saçiarla, striçi (> z); occhiaçi, laçi, striçi (> ç).
Emendiamo la lezione del cod. ai vv. 6 (I), 59 (sogionsi cantan), 64 (vah).
Codici: Firenze, Bibl. Naz. II. IV. 250 (F14), II. VIII. 23 (F16), Magl. VII. 1084 (F16); Laur. Plut. XC. Inf. 35 (L4), Plut. XC. Sup. 63 (L5); Ricc. 2815 (FR5); Roma, Vat. Ott. Lat. 2151 (O1); Casanat. 601 (Ca).
Edizioni: Trucchi (delle prime due parti, cioè dei vv. 1-350); Mancini, 1890 (le prime due parti fondate su codd. fiorentini, e la terza su Ca).
Pongo a base della presente edizione il cod. Ca, che è il solo che dia il testo intero della frottola e si distingue dagli altri codd. per varianti di sostanza nei versi 1-350 (tutti gli altri danno soltanto le prime due parti). Segnalo qui sotto le varianti più importanti e i casi in cui sono intervenuto per correggere la lezione di Ca. Nell’apparato ‘codd.’ significa tutti i codd. salvo Ca.