Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/84

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78 theogenius

e frenare sé stessi rende noi felici. Ma siano queste vostre amplitudine quanto volete degne, e siano da desiderarle, dilettivi la pompa civile, la amministrazione della republica, el sedere in magistrato, stiavi a dignità quanto voi ben consigliate e’ vostri cittadini, sarebbe questa vostra amplitudine da volerla certo se solo avenisse a’ degni, sarebbe da non la recusar, benché molesta e piena d’invidia, odi e pericoli, se delle tue fatiche e vigilie non poi più ne fu lodato el caso seguito e fortuna che la diligenza e industria tua. E vidi spesso la sentenza pestifera e palese temerità d’uno insolentissimo più essere dalla moltitudine favoreggiata che ’l buono ammonimento d’uno sapientissimo e ottimo cittadino. E così e’ buoni contro a’ perversi raro accade che possano ben conducere cosa alcuna in sua republica da loro in tempo preveduta e detta; onde quanto più conoscono, tanto più viveno mesti in periculo ed espettazione di piggior fortuna. Dicea Assioco, presso a Platone, la plebe altro essere nulla che inconstanza, inferma, instabile, volubile, lieve, futile, bestiale, ignava, quale solo si guidi con errore, inimica sempre alla ragione, e piena d’ogni corrotto iudizio. Apresso e’ suoi cittadini Abderites Democrito, summo filosofo, era riputato stolto. Ancora si leggono le epistole per quale Ippocrate medico fu chiesto a medicarlo. Antiquissimo e usitato costume di tutti e’ populi spregiare e odiare e’ buoni. Scipione Nassica per iuramento del senato reputato ottimo, due volte ebbe iniusta repulsa dal populo. Coroliano, Camillo e più altri modestissimi e virtuosissimi cittadini dal popolo soffersono contumelia. Aristide ateniese, cognominato Iusto, solo per odio di tal cognome fu da’ suoi cittadini escluso e proscritto. Socrate dall’oraculo d’Appolline iudicato santissimo, dal populo fu agiudicato a morte. Alcibiade, ricco, fortunato, amato, d’ingegno quasi divino, e in ogni lode principe de’ suoi cittadini, nobilitata la patria sua con sua virtù e vittorie, morì in essilio perduti e’ suoi beni in povertà, tanto sempre alla moltitudine dispiacque chi fosse dissimile a sé in vita e costumi. E fu in questa sapientissimo chi disse el populo essere una tromba rotta quale si possa mai ben sonare. Onde nulla a me può el mio essilio per questo dispiacermi, poiché io me vedo escluso dal numero e consorzio di molti rapacissimi, in-