Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/171

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ludi rerum mathematicarum 169


Dico che qui vi conviene considerare che voi avete tre trianguli, l’uno è A B C, l’altro D E F, el terzo è quello il quale gli anguli suoi sono l’uno Bologna, l’altro el dardo A, l’altro la ciriegia E. Misurate quante volte entra la linea E D nella linea

[Fig. 27]

E F nel suo piccolo triangulo, tante volte E A entrerà in tutta la linea E persino a Bologna nel suo gran triangulo. Per meglio esprimere, eccovi del tutto l’essemplo a numeri. Sia DE dieci piedi, e sia EF quaranta piedi. Dico che come dieci entra in quaranta quattro volte, così la linea e spazio E A enterrà volte quattro nella linea e spazio fra E e Bologna; e se E D enterrà trenta volte in E F, da qua dove voi operate sino a Bologna sarà trenta volte quanto sia da A sino ad E. Ma perché non si possano sempre vedere ad occhio le distanze, e giova sapere proprio quanto la cosa sia distante, vi darò modo di misurare quanto sia da Ferrara sino a Milano giacendo e dormendo, e in tanta misura arete certezza per insino ad un braccio. Farete così.

Abbiate un carro; quanto le ruote sono maggiori d’ambito, meglio fia. In sul motto grosso della ruota, in quale stanno fitti e’ razzi, e nel quale entro pertusato passa quello ch’e’ Latini chiamano axis, cavate una fossetta non maggiore né più profonda se non quanto essa riceva una sola pallotta. E fate una cassa col suo pertuso sopra al vostro motto del carro, in modo che nessuna pallotta esca se non quando volgendosi la ruota una sola