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de pictura 305


1) Nel cod. Lat. 67, cl. XI della Biblioteca Marciana di Venezia, un Brutus ciceroniano posseduto già dall’Alberti, si legge la nota seguente: «Die Veneris ora xx ¾ quae fuit dies 26 Augusti 1435 complevi opus de Pictura Florentiae». Sicura dunque la data ma non la lingua della prima redazione.

2) Il cod. F1, il più antico della redazione volgare, porta la data del 17 luglio 1436, che potrebbe essere la data della composizione, ma non è da escludere che sia quella invece della trascrizione. Esso è, però, l’unico codice volgare che riporti la dedica a Filippo Brunelleschi; e in essa l’A. dichiara: «mi piaccia rivegga questa mia operetta de pictura quale a tuo nome feci in lingua toscana». Non è chiaro se questo feci vada inteso come composi oppure come tradussi (cfr. la dedica degli Elementi al Gaza, a p. 113). Inoltre, nel testo del De pictura l’A. si vanta di «aver presa questa palma d’avere ardito commendare alle lettere questa arte sottilissima e nobilissima»(p. 106), adoperando una espressione («commendare alle lettere») che a quell’età si addiceva meglio al latino che al volgare: sta bene ora cioè in una traduzione volgare perché si riferisce alla stesura latina anteriore. Questo argomento parrebbe essere confermato dal titolo premesso al codice parigino della redazione volgare (P).

3) Della redazione latina non abbiamo codici di data anteriore al 1436; con poche eccezioni (p. es. il cod. R) sono del tardo ’400 o del ’500. Questa redazione latina è preceduta in tutti i codici salvo il gruppo F FR G L V2, dalla dedica a Gio. Francesco Gonzaga, signore di Mantova. Il Mancini suppose questa avvenuta a Ferrara nel 14381, ma niente vieta che la composizione del testo latino sia stata anteriore a quella data. L’unica cosa certa è che la dedica avvenne prima del 1444 quando a Gio. Francesco successe Lodovico, con cui l’A. ebbe poi rapporti più stretti.

In base a questi elementi e a confronti fatti tra la redazione volgare rappresentata da F1 e quella latina stampata nell’edizione di Basilea, non si è potuto arrivare a nessuna sicura conclusione intorno alla relativa precedenza delle due redazioni; ma si crede comunemente che la versione latina sia stata la prima (1435), seguita a pochi mesi di distanza da que11a volgare (1436)2.

  1. Vita di L. B. A., 2° ed., Firenze, 1911, p. 388.
  2. Non basta il nome di Masaccio nella dedica al Brunelleschi per persuaderei di riportare la composizione dell’opera ad una data di molto anteriore, come hanno voluto alcuni,