Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/418

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414 nota sul testo


lieto cum la sua Lionora se ne andono cum gran festa a casa, i quali poi vixero insieme longamente in grandissimo piacere, alegreza e consolatione de se medesmi e de tutti li soi parenti e di bona amicicia de roba e stato e belissimi figlioli. Hor che diremo adunque di amore e de la sua divina forza, il quale fu casone di tanto ben? Certo colui il quale non ha mai approvato che sia tanto bene et cosa sia amore né da lui già mai è punto non può veramente gustare né sapere che cosa sia malanconia, piacere, ardire, paura, dolore e dolzeza.
(In corsivo le parole che non ricorrono in altri codici).

Oppure si veda il passo seguente:

p. 275, 14 sgg. H1 F13 andare con manco di trecento persone bene armate quando caso gli occorresse de dilungarsi da la citade, e quando di dentro per le piace anchora con copia di famigli bene armati se ne andavano. Et cossi ...
Cfr. H2 andare con manco di diese famigli bene armati e dentro e fuori de la citade. Et cossi ... (dello stesso gruppo, ma non di mano del Feliciano, F19: andare soli ma cum copia di molti famigli bene armati, e così ...) .


Insomma, tra i codici trascritti dal Feliciano, le non poche varianti rafforzano l’ipotesi che copiando cambiasse ed elaborasse egli stesso il testo, e che perciò i codici del gruppo I riflettano una versione aumentata e ampliata dai suoi interventi1.

Se questa ipotesi risponde al vero, Feliciano sarà partito da un testo più vicino per certi rispetti ai codd. del gruppo IV anziché a quelli dei gruppi II-III . Spia ne è il fatto che solo nei codd. dei gruppi I e IV la badessa è designata sirocchia della madre di Lionora (e non sorella, come nei codd. II -III); e questo viene confermato da altre varianti peculiari solo a quei due gruppi, sebbene nei codd. del gruppo IV non figurino i passi citati sopra come caratterizzanti della versione Feticiano. Nel gruppo IV F18 e F20 si dimostrano per certe varianti più vicini tra di loro, per esempio:

p. 275, 24 ill oro amore essere primamente il quale non conoscendo ...
p. 276, 26 fiero e duro amore
  1. Il Bonucci invece supponeva il contrario, cioè che l’Alberti abbia steso prima la versione più lunga e poi l’abbia migliorata togliendo i passi in questione (ed. cit., p. 284, n. 2),