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274 della architettura

et di poi produrremo la muraglia in Mare, non tutta ad un tratto, ma prima una parte, et poi un’altra, et la prima cosa procureremo che questa muraglia si ponga in terreno quanto più si può stabile, et ponendolo dove tu ti voglia, e’ bisogna ammassarla di pietre quanto più si può grandissime: Di modo che la muraglia de sassi stia contro à l’onde quasi un poco a pendio, acciò che il peso dell’onde, che vengono (per dir cosi) et le lor minaccie si ammorzino, et non trovando dove dar di petto in piena, ritornando in dietro, non rompino, ma se ne riscorrino piacevolmente. Percioche in questo modo l’onda, che ritornerà verso il Mare, riceverà et ritarderà le altre onde, che dopo lei venivano a proda. E’ pare che a le bocche de fiumi si debba osservare i medesimi ordini, che ne porti, conciosia che le navi al tempo de le tempeste si rifugghino in quel luogo. La prima cosa io vorrei che le foci de fiumi si affortificassero, et si strignessero contro le onde del Mare. Diceva Propertio: sia vinto, o vinci altri, questa è la ruota di Amore: cosi interviene in cotesto luogo; percioche continuamente o le foci sono superate da lo impeto del Mare, che non resta mai, et sono riturate da la rena; o per il contrario con la loro assiduità, et con la perfidia del vincere superano l’impeti del Mare. Per il che mi piacerà assai, se tu sboccherai un fiume in Mare con duoi rami, pur che le acque sieno bastanti. Et questo non solo perche alle navi mutatosi vento sieno più pronte l’entrate, ma se ancora ti si contraponesse alcuna forza di tempeste, o che l’una de le bocche per aventura tirando Austro fusse riturata, gonfiate le acque per le piene, non isboccando allaghino il paese, ma che vi sia aperta da potere essere ricevute nel Mare. Di queste sia detto a bastanza. Restaci a dire del nettare, et votare. Cesare pose una gran cura nel nettare il Tevere. Era certamente ripieno di pezzami, et di ribalderia. Sono ancora et dentro et fuori de la Città non discosto dal Tevere monti non piccoli fatti di pezzami di terra cotta cavati del fiume: non mi ricordo d’haver letto con quali artifitii cavassero tanta materia di un fiume tanto possente. Ma io penso che e’ facessino steccati, con i quali mandato da parte il fiume, et cavatone l’acqua, e’ cavassino di poi gli impedimenti, che vi erano. Gli steccati si faranno in queqto modo: Ordinerai travi piallate per lo lungo, et da l’un capo à l’altro farai nella grossezza de gli lati canali di quà, et di là affondi quattro dita; larghi secondo la grossezza de le tavole, de le quali ti harai a servire per tal bisogno, et apparecchierai tavole uguali di grossezza, et di lunghezza: ordinate queste cose, ficca le tue travi, che ti dicemmo, che elle stieno a piombo con ragionevoli spatii infra di loro, secondo la lunghezza de le ordinate tavole, ficcate le travi, et bene ordinate, metti le tavole su da alto da le teste, et fà che esse scendino sino nel fondo per i canali de le travi. Un lavoro cosi fatto il vulgo lo chiama cateratte, ma tu metti sopra le dette tavole, altre tavole: et serrale che elle si congiunghino bene insieme; scompartisci poi in luoghi commodi, et opportuni trombe torte da tirar su l’acqua, trombe diritte, schizzatoi, et secchie, et ogni instrumento da cavare acque, et aggiugnivi una moltitudine di huomini, che in un subito senza riposarsi mai, o intrametter tempo in mezo, cavino l’acqua dentro da lo steccato, et se e’ ve ne entrasse da banda alcuna, rituravi con panni, et ti riuscirà il lavoro come tu cerchi. Infra questa sorte di steccato da acqua, et quell’altra di che noi ci servimmo nel murare de ponti, ci è questa differentia, che quella bisognò che fusse stabile, et da durare assai, fino à tanto che le pile non pur fussino finite, ma che finite havessimo fatta la presa, et assodatesi. Ma questa qui è per a tempo, et il dì dipoi che tu harai cavato il fango, l’harai a levare via, et portarla altrove. Io ti avvertisco di questo: o netti tu il fiume con questo steccato, o pur voltando il fiume in altra parte, guardati di non combattere con tutta l’abbondanza, et con tutta la forza dell’acqua in un medesimo luogo a un tratto, ma fa il tuo lavoro in più volte, prima un membro, et poi un altro. Quei lavori, che si faranno


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