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di leonbatista alberti. |
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E la regola, ed il modo del fare così
gran cosa, avrai tu tanto facile, e tanto
chiara ed espedita, che in quanto a me,
credo che a gran pena potranno errare,
se non coloro che a posta fatta, o in prova
non avranno voluto obbedire a quanto si è
detto. Non dico già per questo che io t’insegni
l’artificio, mediante ii quale tu possi
totalmente fare tutte le universali similitudini
de’ corpi, o che per questo si impari
a saper fare, ed a ritrarre qualunque si
siano diversità, o similitudini. Conciossiachè
io confesso di non fare professione di
insegnarli per questa via, il modo come
tu abbi a fare il volto, e la faccia di Ercole,
mentre che combatte con Anteo,
sicchè egli rappresenti quanto più sia possibile
la bravura e la fierezza sua a ciò
conveniente, ovvero come tu l’abbi a fare
di aspetto benigno e giocondo e ridente
quando egli fa carezze alla sua Deianira,
molto in vero dissimile dell’altro aspetto,
sebben rappresenta il medesimo volto di
Ercole. Ma occorrendo in tutti quanti i
corpi diverse e varie figure, ed attitudini,
mediante gli svolgimenti o piegamenti delle
membra, e le positure loro, perciocchè in
altro modo si veggono terminati i lineamenti
ed i dintorni di uno che sta in piede,
in altro modo quelli di chi siede, ed
in altro quelli di chi sta a diacere, ed in
altro quelli di coloro che si svoltano, o si
abbassano in verso l’una o l’altra parte,