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Pagina:Album Paulista.pdf/299

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meridionali dell’Europa, vi attecchiscono perfettamente.

Granoturco, patate, fagiuoli e riso, producono prodigiosamente, e non se ne esporta, perchè, essendo la coltivazione del caffè, più rimuneratrice, assorbe l’attività di tutte le braccia.

Con tutto ciò, la coltivazione della vite occupa molto l’attenzione degli agricoltori, e nei dintorni della capitale già si produce vino in considerevole quantità.

Quando, nell’inverno, il vento soffia verso Ovest, la temperatura si abbassa rapidamente durante la notte, e la brina vi appare, quantunque raramente.

Questo fenomeno, poche volte pregiudica i vegetali.

Le piantagioni di caffè, che più ne soffrirebbero, si fanno in collina considerandosi come più appropriate quelle che hanno da 650 a 900 metri di altezza.

Cadon le pioggie dal mese di Novembre a quello di Marzo, cosicchè l'anno è diviso in due stagioni, chiamate una piovosa e l’altra secca.

L'inverno, generalmente, è asciutto, ma le frequenti nebbie conservano l’umidità del suolo: i temporali sono rari.

Tutto lo Stato di S. Paolo è salubre, la febbre gialla del Brasile che fu per l’Europa un terribile spauracchio non ha mai attaccato seriamente la città di San Paolo, pure a cagione della sua vicinanza dei grandi focolari di Santos, Rio di Janeiro e Campinas essa ebbe sempre a registrare alcuni casi. Dal momento che il Governo di San Paolo, il primo dell’America del Sud, decise nel 1903, di fare la profilassi avanese contro la zanzara Stegomyia, la febbre gialla è compietamente scomparsa tanto dalla capitale che dal resto dello Stato.

Nella Capitale, la mortalità dà una media di 15 morti per giorno su 300.000 abitanti, che equivale al 18/26 per 1000 abitanti; compresi quelli non residenti nella Capitale.