Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/152

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144 elogio funebre


più virtuosa tra le figliuole tosto richiamasi al letto del genitore, d’intorno al quale piangono intanto gli amici inermi e pregano i sacerdoti. Se il sonno eterno è prolungalo di qualche istante, lo è appena quanto basta perché sopraggiunga qui la sua Barbara costernata13. Sull’ingresso della squallida stanza io la sento ancora esclamare: Ah l’estrema ora, spirata nelle mie braccia, siagli almeno di qualche alleviamento! e in così dire voi la vedete far onta a resistenze pietose per pur riabbracciare l’autor de’ suoi giorni. Vedetela trambasciata poi di dolore altro non rimanerle che alzare gli occhi al suo Dio, genuflettersi alla sponda di quel letto dove già lanciasi lo strale di morte, e ripetere: O padre, una volta almeno, una volta almeno alza, o padre, quella cara tua destra, e mi benedici!.... Ma il padre non vive più....

Mi è forza il ripeterlo: O anima benedetta, non vivi più alla tua patria, alla tua famiglia, a’ tuoi amici, né a voi, miei compagni, che vissuti e nutriti foste al suo fianco; non vivi più a me, cui è tolto di strigner più quella mano che por sei lustri mi resse, di ascoltar più quella voce che mi fu guida e conforto... Lamento più che la tua sorte, la mia.... Ma