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Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/271

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di don chisciotte. 263


Don Chisciotte nella grotta di Montesino.


La grotta, detta di Montesino, era famosa siccome quella che giudicavasi officina d’incantesimi. don Chisciotte volle visitarla, e vi si calò giù legato da funi, vi restò per mezz’ora, e poi trattone fuori, si mise a narrare le maravigliose e impossibili cose che immaginò di avervi vedute. Cominciò dal dire, che apertisi due portoni, vide venerabile vecchio colla testa coperta da berrettino nero alla milanese, e con barba bianchissima che gli arrivava al di sotto della cintura, il quale così proruppe: È molto tempo, o valoroso cavaliere don Chisciotte della Mancia, che noi, i quali tra queste solitudini viviamo incantati, attendiamo di vederti perché abbia notizia il mondo per mezzo tuo di quanto qua si, rinserra. Tu sei il primo che mi visita la mercé del tuo invincibile cuore e del meraviglioso tuo braccio. Seguimi, signor carissimo, che mostrarti io voglio le stupende cose nascoste in questo trasparente castello, di cui io sono il custode e la principale guardia, essendo io quel Montesino medesimo dal quale la grotta ha preso il nome. E qui seguitò